martedì 25 settembre 2012

Il Pdl si è suicidato, il nuovo si ucciderà in culla

Polverini patetica da Floris, Minetti che sfila in biancheria intima. Le donne del Pdl possono sentirsi rappresentate da questi due fenomeni mediatici. Divise anche per schieramento: Nicole per gli ex Forza Italia, Renata per gli ex An. E la ridicola capogruppo laziale per due giorni come rappresentante delle frange Pdl che sognano l'ultradestra e vivono nella menzogna e nel terrore del politicamente corretto. Ma anche tra i maschi la situazione non migliora, anzi. Meglio i ciellini degli yacht altrui o l'aledanno che si fa dettare la linea politica dalla solita lobby? Meglio chi non si accorge che gli pagano l'appartamento o chi fa l'assessore alla cultura dopo aver letto (senza capirlo)  solo il manuale della lavatrice?
Ora, finalmente, è tutto finito. Il Pdl non ha futuro. Dovrà nascere un soggetto nuovo o, meglio, più soggetti. Ma non basterà una sigla per trasformare delle capre in fini intellettuali. Tutta questa banda di incompetenti che non ha investito un euro sulla comunicazione reale (non quella affidata ad amici, amanti, parenti), che non ha speso un centesimo per un ufficio studi, per un'analisi socio-economica-politica. Che non capisce di geopolitica né di agricoltura, di energia e di teatro, di scuola e di industria. Tutta questa banda deve andare a casa e restarci. A godersi tutto quello che ha incassato nel corso di troppi anni di politica. Si ingozzino di vino e salsicce, di salamelle e aragoste, di ostriche e champagne. Ma non si facciano più vedere.
Bene. Ma dopo? Dopo si ripartirà dall'Itaca di Marcello Veneziani o dalla Rivoluzione di Sgarbi e Iannone? Dai cattolici di Forza Nuova? Dai neo pagani, dai metallari, dai paleoneoforsefascisti? Dalle posizioni anarchiche o dalla Destra di Storace e Buontempo?
Boh. Il dopo è incerto quanto il prima ha le certezze dell'immondizia e dell'impresentabilità. Tutti sognano di crearsi il proprio partito, tutti convinti di avere un successo clamoroso che consenta loro l'ingresso in Parlamento o, perlomeno, in qualche consiglio regionale o comunale. Ovviamente non andrà così. Le divisioni insormontabili porteranno ai consueti risultati da presidio telefonico nonostante la crescente rabbia degli italiani. Si perdono occasioni storiche, tra aspiranti ras e cercatori di poltrone. La differenza, rispetto all'era berlusconiana, sarà solo nell'estetica delle candidate. E non sarà migliore

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