lunedì 5 novembre 2012

De Benedetti, distruttore dell'Olivetti, fa la morale a Fiat

Inaccettabile. Così Carlo De Benedetti giudica la decisione di Sergio Marchionne di licenziare, per rappresaglia, 19 lavoratori di Pomigliano. Oddio, nel merito De Benedetti ha pure ragione. Ma il problema è che uno come lui dovrebbe avere il pudore di stare zitto, quando si parla di licenziamenti, di distruzione di posti di lavoro. Invece parla. Perché tanto in un mondo mediatico zerbinato chi mai va a ricordare all'Ingegnere quanti posti di lavoro ha distrutto all'Olivetti? Anzi, per non infastidire il grande manovratore della politica fallimentar-tecnocratica che ha Monti come esponente, i media italiani evitano accuratamente di ricordare l'esistenza stessa dell'Olivetti. De Benedetti sputtana, giustamente, la Fiat per tutti i soldi pubblici che ha incassato nel corso dei decenni. Ma quanti soldi ha incassato De Benedetti per non far chiudere l'Olivetti che poi, immancabilmente, ha chiuso? Quanto è costato alle casse pubbliche scaricare le migliaia di dipendenti Olivetti che l'Ingegnere considerava inutili? Quanto è costato, in termini di distruzione di opportunità di lavoro, il folle assalto al Belgio, concluso con un sonoro schiaffone incassato da De Benedetti? Ecco, di tutto questo non si parla. Perché Marchionne è sicuramente un demonio, ma è difficile far passare De Benedetti per un angelo.

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