mercoledì 19 dicembre 2012

Aumenta il rischio povertà in Italia, ma i giornali nascondono la notizia

Un italiano su 3 è a rischio povertà. Una notizia pessima, sconvolgente. Su La Stampa, quotidiano dove il marito di Elsa Fornero è editorialista, non la troverete facilmente. In compenso, in prima pagina, Vittorio Sabadin annuncia che il 2012 è stato l'anno più felice. La disinformazione sovietica era roba da dilettanti, rispetto a quella degli Elkann-Agnelli. Eppure i dati dell'Istat (mica dell'opposizione leghista o grillina) precisano che la ricchezza delle famiglie italiane si è ridotta del 50%, 8milioni di pensionati vivono con meno di mille euro al mese, oltre 1 milione di disoccupati ha meno di 35 anni. Il giornale della famiglia Deaglio-Fornero (amici di Monti) può pubblicare queste cose? Certo che no. Perché dovrebbe ricordare che il disastro è l'inevitabile conseguenza di una politica assurda e di riforme disastrose. In che settori? Pensioni e mercato del lavoro. Guarda caso, le riforme Fornero. E allora è meglio sorvolare. Anche perché la situazione è destinata a peggiorare. La modifica dei coefficienti pensionistici ridurrà l'importo degli assegni. E maggiore povertà significherà riduzione dei consumi, della produzione e del lavoro. Geniale. Ma i quotidiani di servizio insistono: per i ministri incompetecnici ed i loro sottosegretari siamo sulla strada giusta. L'incremento della povertà? Un normale effetto collaterale del rigore. Stanno distruggendo il Paese ed i giornali di servizio sono complici. D'altronde sono gli stessi giornali che stanno preparando esuberi di massa nelle rispettive redazioni. Perché lo sfruttamento deve entrare nei giornali. Accompagnato da un crollo della qualità. Tanto ai lettori bisogna dare verità preconfezionate da altri, non le notizie così fastidiose e populiste.

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