venerdì 14 dicembre 2012

Contro il Pdl normalizzato dal Ppe, serve un partito peronista italiano

Il problema non è Berlusconi. Il problema, nel centrodestra, è il partito del centrodestra: il Pdl. Silvio ordina i sondaggi e scopre che quasi il 90% del SUO elettorato non vuole più Monti, manco in cartolina. Ed il Pdl cosa fa? Si lancia nell'appoggio incondizionato a Monti, vola ad incassare l'ordine supremo del Ppe per avere Monti premier a vita. Eppure il Pdl, e prima ancora Forza Italia, era nato come partito di riferimento della borghesia, della classe media. Monti (ma già prima i governi di centrodestra e centrosinistra) e la sua banda hanno distrutto la classe media italiana. L'hanno impoverita drammaticamente, provocando la crisi generale. Grilli - uno dei peggiori esponenti di questo governo, insieme a Fornero e Polillo _ assicura che siamo sulla strada giusta. Quella che ha portato meno del 10% degli italiani a possedere più del 50% della ricchezza complessiva. Siamo sulla strada giusta e la gente si suicida per mancanza di lavoro, nell'indifferenza di quei media che, non a caso, fanno capo al solito 10% dei più ricchi. Ed allora il vero bacino elettorale di riferimento del Pdl formato Monti, è solo questo 10% di privilegiati, affaristi, evasori. Tutti gli altri, quelli che si erano illusi per la discesa in campo di berlusconi, dovranno trovarsi altri movimenti di riferimento. Certo non Bersani, che vuole insistere con la folle agenda Monti, aggravata da una patrimoniale che non colpirà il 10% di superprivilegiati, ma tutta quella classe media che, con l'Imu, la patrimoniale l'ha già pagata. Servono movimenti nuovi, partiti nuovi, riferimenti nuovi. Serve un personaggio come Cristina Fernandez Kirchner, serve un movimento come quello peronista argentino. Virato sulla situazione italiana, ma con gli stessi principi. Un movimento che metta al centro il lavoro ed i lavoratori. Siano dipendenti od autonomi, operai o industriali, artigiani o professionisti. Ma industriali che investono e non delocalizzano, operai che lavorano e non si imboscano, professionisti che hanno idee e non vivono di rendite di posizione, artigiani creativi e non ripetitivi. Sono loro che devono opporsi a questa deriva di sfruttamento imposto dalla speculazione attraverso il Ppe. E non dovranno spaventarsi di fronte alle accuse di populismo. Perché questo è il popolo, gli altri sono soltanto sfruttatori.

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