mercoledì 30 gennaio 2013

De Magistris rovina Napoli e avvantaggia Maroni

Bobo Maroni dovrebbe fare un monumento al sindaco di Napoli, l'ex magistrato De Magistris. Protetto dai media, esaltato dagli opinionisti, De Magistris si ritrova ora con il blocco dei mezzi pubblici perché non ci sono più i soldi per il gasolio. Mentre la città partenopea è di nuovo alle prese con l'immondizia dilagante. Ma non aveva risolto tutto l'ex magistrato precipitato in politica? Ed ora chi paga per i suoi errori? Per la sua incapacità? L'Italia intera? Maroni, dunque, nei prossimi giorni potrà insistere sul 75% di tasse da conservare nelle regioni che le pagano. Ed i De Magistris di turno si arrangino imparando ad amministare, invece di limitarsi a farsi coccolare dai giornalisti. D'altronde questa campagna elettorale non si gioca sui grandi principi, sulle idee, sulle strategie di lungo termine. Nessun progetto di lungo termine, neppure la più piccola idea di come reimpostare il futuro dell'Italia. Secondo i sondaggisti anti-Berluska, oggi il cavaliere avrebbe recuperato due punti grazie all'acquisto di Balotelli. Come se l'Italia fosse tutta milanista. Mentre Bersani perderebbe poco nonostante la squallida gestione politica del Monti dei Paschi. Insomma, meglio premiare chi acquista un calciatore piuttosto di punire chi ha fatto disastri, ai danni dei cittadini, con le porcate di una banca. Tanto i media sono impegnati ad allungare il brodo su Mps, a diluire, a spartire le responsabilità. In modo che il voto non ne sia toccato. Così come Franco Di Mare - l'intervistatore di comodo di Monti - ha subito sviato il discorso quando Tremonti ha ricordato che i soldi delle tasse imposte da Monti finiscono non a ridurre il nostro debito, ma a salvare le banche tedesche e francesi alle prese con il buco della Grecia. Vietato criticare il Grigiocrate. E a destra, anzi al centrodestra? La Meloni, con il suo faccino, avrà sicuramente un futuro. Ma ogni volta in tv appare azzoppata dalla compagnia dei candidati della sua lista. Non ci voleva molto a rinnovare le liste. Non ci vorrebbe molto a presentare programmi che non si limitino a collocare qualche pezza ai disastri di Monti. Candidature tristi, noiose, danneggiano molto di più quando i programmi son deboli. Così nei sondaggi, per quel che valgono, recupera Grillo, tornato a fare il mattatore. I transfughi e gli espulsi sono ormai un ricordo, la rabbia del popolo italiano cresce sottotraccia nonostante i soporiferi interventi di Monti e dei suoi miliardari imbeccati dal guru americano. Ma forse l'aspetto più interessante dei sondaggi presentati a Ballarò è un altro: gli italiani voterebbero Bersani e Monti (secondo Pagnoncelli, ma non è una garanzia) e andrebbero in vacanza con Grillo e Berlusconi. Rassegnati ad un governo noioso, in un Paese noioso, ma ancora con la voglia di sognare qualche divertimento.

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