lunedì 21 gennaio 2013

Le liste dei partiti: un insulto agli elettori

Avrà sicuramente ragione Berlusconi: i voti per il Pdl li prende lui, mica i suoi candidati. Alfano? Magari quello della mamma, non di più. Ma tra l'essere il trascinatore e trasformarsi in designatore assoluto, c'è una certa differenza. L'elettore del Pdl sceglie Silvio? Va bene, ma perché deve ritrovarsi a dover eleggere il Capezzone paracadutato? Cos'è, una sorta di ricatto? Vuoi Silvio? E allora ti becchi il peggiore dei portavoce, la fidanzata di un ex ministro, una ragazzetta in carriera che manco conosce il territorio di cui dovrebbe diventare la rappresentante. Non è che nelle altre liste vada meglio. Fardelli d'Italia piazza uscenti a tutto spiano, il rinnovamento proprio non si vede, neppure in fondo al tunnel come direbbe l'orrido Monti. E la Lega? Piazza Cota nell'illusione che sia un traino. Ma se il governatore del Piemonte è in caduta libera nei sondaggi regionali, perché mai dovrebbe rappresentare un traino? Sarebbe stato meglio innovare, ma ovviamente sarà per un'altra volta. E a sinistra? Bersani organizza le parlamentarie, escono le liste scelte dagli elettori del Pd e, ovviamente, il segretario le ignora e piazza i paracadutati da ogni parte d'Italia. Ma i media glissano ed evitano di infierire. Compagni giornalisti, non si attacca il compagno futuro leader. Anche il Sel non sfugge alla logica dei giochi romani, perché il popolo può scegliere solo quando si gioca, mica quando si fa sul serio. Quanto a Monti, il popolo proprio gli fa schifo. Dunque scelte dall'altissimo, tenendo conto delle dichiarazioni dei redditi. E' più facile che un cammello passi nella cruna di un ago piuttosto che un povero (di quelli veri) entri nelle liste di Monti. Il Grigiocrate, poi, accusa gli avversari di riproporre i soliti politici mentre lui, il rinnovatore Monti, sceglie di allearsi con il nuovo che avanza: Fini, Casini, Buttiglione. Per gli italiani, dunque, una grande possibilità di scelta a fine febbraio.

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