venerdì 18 gennaio 2013

Monti non decolla. E al Fmi scoprono che l'austerità è suicida

Carramba che sorpresa: la lista degli oligarchi non decolla e il grigiocrate Monti comincia ad innervosirsi. E che vorranno mai questi italiani? Non bastava che l'orrendo commesso dei banchieri fosse salito in politica? Che si fosse circondato di altri super ricchi? Che si fosse alleato con il genero di un palazzinaro e con il cognato del Tulliani da Montecarlo? Lui, il grigiocrate, era convinto che un simile schieramento avrebbe entusiasmato questa Italia di servi, questo popolo bue che si eccita ogni volta che vede un Vip. E lui, l'uomo della Goldman, non si era certo risparmiato nella candidatura di Vip, con parenti annessi. D'altronde gli oligarchi sono una grande famiglia: puoi mica candidare il suocero e lasciare a casa il genero? Ma questi italiani malati di populismo non si sono entusiasmati, questa volta. E le perplessità crescono anche tra gli oligarchi. Non tra quelli che vendono le Ferrari agli emiri o gli yacht ai fratelli oligarchi mexicani e cinesi. Loro se ne fregano. Ma gli altri si preoccupano. Magari quelli che vendono scarpe made in Italy prodotte in Cina e che scoprono, con ritardo, che gli italiani affamati da Monti non comprano più le scarpe false italiane ma solo quelle ufficialmente cinesi. O magari si preoccupano perché leggono le carte riservate del direttore del settore ricerca del Fmi, dove si ammette che il Fondo monetario ha sbagliato clamorosamente le previsioni e ha provocato una recessione drammatica. O leggono l'antiperonista Clarin che, convinto di assestare un duro colpo a Cristina Kirchner, intervista un docente universitario inglese inviato dal Fmi. Ma lui, il professor Costas Lapavitsas, non solo non affossa la presidenta argentina, ma sostiene che le misure di austerità europee sono un fallimento. E allora? Chi appoggia ancora la delirante agenda Monti? Solo Bersani, o anche lui si rende conto che è il miglior modo per perdere elezioni già vinte?

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