lunedì 28 gennaio 2013

Tutti pronti a creare nuovi partiti dopo il voto

Se 400 partiti e partitini vi sembran pochi, aspettate la fine di febbraio. Perché dopo l'inevitabile flop della stragrande maggioranza delle formazioni che si sono presentate, assisteremo a riaggregazioni, a nuovi parti, a rotture e frazionamenti. Già Corrado Passera ha annunciato una sua iniziativa in politica dopo il voto. E quanti scommettono sulla tenuta, post elettorale, del cartello formato da Ingroia, Di Pietro e tutti gli altri? Ed i grillini riusciranno a resistere alle sirene che, dopo il loro ingresso al Parlamento, cominceranno a tentare qualche eletto? Quanto all'altro versante, che succederà al Pdl dopo la "non vittoria" (come direbbe Bersani)? Gli aspiranti montiani, quelli che sono stati rifiutati dal Grigiocrate che non voleva farsi inquinare le liste dagli ex berlusconiani, quelli che dopo gli schiaffi di Monti sono ritornati a pietire una candidatura da Silvio e l'hanno ottenuta (che errore!!), dove andranno dopo il voto? Probabilmente torneranno a strisciare da Monti, Fini e Casini che, pur di rimpolpare le scarne fila, questa volta saran pronti ad accogliere i Pidiellini pentiti e pentiti di essersi pentiti. Dove andranno i ciellini ed il loro braccio economico della Compagnia delle Opere? Imbarcheranno Aledanno e si riposizioneranno. Ma dove? Con chi? E gli altri del Pdl, quanti nuovi movimenti e partitini formeranno? Senza dimenticare che i Fardelli d'Italia, dopo un risultato elettorale ovviamente modesto - si sono formati troppo tardi, la capacità di comunicazione è ridicola, hanno imbarcato eletti e non elettori - dovranno decidere cosa fare. Ridividersi tra ex An ed ex Fi? Proseguire, magari imparando qualche regola di comunicazione, magari dotandosi di qualche programma da far conoscere all'esterno e che non sia limitato alle banalità elettorali? In teoria, se provassero ad investire su un progetto, potrebbero davvero rappresentare il futuro del centrodestra, dopo la deflagrazione del Pdl una volta che Berlusconi sarà riuscito a tutelarsi. Ma devono investire, tanto e subito. E la Destra? I sondaggi sono estremamente variabili, non solo per il voto complessivo, ma anche per i risultati delle singole aree. Qualcuno ha lavorato bene, altri molto meno. E non si può premiare, con le candidature, solo l'impegno quando mancano le qualità. Serve di più. Quanto alle aree "antagoniste", il voto di fine febbraio stabilirà chi conta (poco), ma più degli altri. La voglia di contarsi può trasformarsi in boomerang. Perché il peso delle idee poteva essere molto più importante del peso delle cabine elettorali. Ci saranno fughe di militanti? Delusioni irrimediabili? Travasi da un gruppo ad un altro? Ci sarà da divertirsi.

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