lunedì 11 marzo 2013

4 punti per ripartire, invece delle 8 scemenze di Bersani

I fantasmagorici "8 punti 8" di Pierlu Bersani hanno provocato l'inevitabile vaffa grillesco ma anche il totale compatimento di commentatori ed analisti che proprio non sono schierati contro il leader in scadenza del Pd. Confusi, inutili, ridondanti. Frutto di compromessi interni, di concessioni ad un politichese inutile e stantio, di patetici tentativi di inseguire Grillo o, perlomeno, Renzi. Un flop assoluto. Eppure sarebbero bastati alcuni punti chiari per confrontarsi, tenendo conto dei risultati delle urne che indicano chiaramente le opinioni degli italiani. 1) Eliminare la vergogna di Equitalia, trasferendo i crediti ad organismi territoriali e cancellando more e tassi da usura. In questo modo si sarebbe potuto ripartire non con un condono ma con un incasso. E prevedendo, per il futuro, che in caso di richiesta immotivata siano gli organismi che han fatto la richiesta a pagare altrettanto al cittadino vessato. Tanto per far pagare chi sbaglia. 2) Cancellare totalmente la riforma Fornero sul lavoro. Perché solo chi è in malafede può pensare di fare una riforma di questo genere senza aver predisposto PRIMA una rete che permetta una possibilità reale di reimpiego. 3) Restituire immediatamente alle imprese quanto dovuto dallo Stato. Inaccettabile che i soldi fregati ai cittadini con le tasse vengano destinati alle banche (straniere ed italiane) e non a chi ha lavorato per gli enti pubblici. I lavori non pagati devono avere la precedenza sulla speculazione finanziaria. 4) Rinegoziare il debito. E se gli incompetecnici (o i commessi della Merkel) non sanno come fare, possono chiedere non ad un seguace di Chavez ma ad un liberista filoamericano come l'ex ministro Martino. Così come avrebbero dovuto, e potuto, rinegoziare i versamenti all'Ue: solo dei commessi della Merkel hanno potuto accettare che un Paese indicato come uno dei Pigs continui a versare a Bruxelles molto di più di quanto riceva. Ecco, basterebbero questi punti per dare il via ad una possibilità di ripresa dell'Italia. Per ridare un briciolo di speranza a chi è stato massacrato dalle politiche imposte dalla Merkel e dai suoi complici. Quella Merkel che, in Germania, finge di non vedere i tarocchi dei prodotti alimentari italiani. Vietatissimi dalle leggi europee, eppure la Germania se ne frega. Perché solo i commessi italiani devono rispettare le norme a nostro danno. Gli altri fanno come è più comodo per loro.

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