martedì 5 marzo 2013

Incompetecnici: nessuna proroga per chi è inefficace

Di fronte al disastro occupazionale, il ministro Elsa Fornero (è ancora in carica, anche se cercano di nasconderla) ha chiarito che la colpa non è della sua orrenda riforma, ma della mancanza di una macromanovra che avrebbe dovuto accompagnare le sue misure. Ecco, al di là dell'autodifesa immancabile da parte del peggior ministro del lavoro di sempre, le dichiarazioni della Fornero dimostrano una sola cosa: un governo tecnico non ha ragione di esistere. Perché - al di là degli aspetti di democrazia, di rispetto della volontà popolare, di autodeterminazione dei popoli, di sovranità nazionale - un governo di tecnici può autogiustificarsi solo in base all'efficacia dei propri risultati. E se un ministro, di fronte alla disoccupazione record (non soltanto quella giovanile) sostiene che la riforma è fallita perché il SUO governo tecnico non ha messo in campo una manovra adeguata, vuol dire che abbiamo a che fare con incompetecnici, con dilettanti allo sbaraglio. Come può, un ministro, dare il via ad una riforma se PRIMA non ha esaminato la disponibilità delle risorse? Come può, lo stesso ministro, dare il via alla riforma delle pensioni se PRIMA non ha a disposizione i dati sugli esodati? Certo, Fornero è il peggio. Ma gli altri incompetecnici non è che si siano distinti per grandi doti. C'era un ministro tecnico che doveva occuparsi di cultura, di beni architettonici: un disastro totale. C'era un ministro tecnico che doveva occuparsi di turismo: disastro completo. E l'agricoltura? E l'industria? Ed il commercio? Non una sola idea vincente. Allora, se i tecnici non sono efficaci, e neppure efficienti nel caso di Ornaghi e non solo, non esiste la benché minima giustificazioni per la loro presenza nel governo. A casa, allora, senza alcun rimpianto, senza alcuna possibilità di richimarali in vita.

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