giovedì 18 aprile 2013

Brunetta: il Pd non esiste più. E il centrodestra?

Renato Brunetta non ha la statura del leader, e non è un problema di altezza fisica ma di eccessi di isterismi. Però è anche uno dei pochi politici del Pdl a dire spesso cose interessanti. La sua analisi sul Pd, nell'intervista rilasciata a Belpietro, è corretta: "Il Pd? Non esiste più". E sempre da Venezia era arrivato anche il certificato di morte di Cacciari: il Pd si spaccherà in due, con la sinistra guidata da Barca ed il centro amministrato da Renzi. Considerando che il fenomeno dei grillini è destinato a sgonfiarsi, magari dopo un'ulteriore crescita come risposta all'inciucio Berlu-Bersani, la frantumazione del Pd potrebbe diventare solo l'inizio di una deflagrazione dell'intero mondo dei partiti italiani. Perché la necessità di cambiamento è fortemente sentita dall'elettorato di tutti gli schieramenti. E anche da molti peones dei vari partiti e da qualcuno che era qualcosa più di un peon. Ma non sempre l'esigenza si trasforma in un dato di realtà. Cosa farà l'attuale ministro tecnico Barca dopo aver abbandonato Monti per diventare lìder maximo di una sinistra che non c'è più? Proverà a guardare avanti e intorno o, come i suoi predecessori, sarà bloccato dalla convinzione che l'unico collante della sinistra sia un antifascismo che si è fermato al 25 aprile del '45? O magari farà ricorso a qualche intellettuale organico per portare il discrimine alla rivoluzione francese? Alle guerre puniche del suo omonimo Annibale Barca? Quando si pensa al rinnovamento della politica, ci si dimentica sempre che non si può rinnovare qualcosa che non vuol scollarsi da una data del secolo scorso. A quasi 70 anni di distanza, la sinistra preferisce ricordare guerre lontane invece di affrontare il futuro. Ma questo fa anche il gioco di una destra che sopravvive, divisa ma dalla stessa parte, solo grazie alla (falsa) memoria storica degli avversari. Togliatti aveva provato ad andare avanti, inglobando nel Pci la sinistra fascista di Stan Ruinas. Ma può guardare al futuro gente che vive in uno squallido presente fatto di privilegi e prevaricazioni? Dunque l'ottusità della sinistra punica permette la sopravvivenza di un centrodestra inutile. Che sogna di imbalsamare Berlusconi perché, senza il Cav, vede la rappresentanza partitica annientarsi. Però... Però ci sono i peones che si stanno stufando e che, cacciati dalle liste dei rispettivi partiti per favorire gli amici degli amici (o le rispettive amiche), si guardano attorno e sognano aggregazioni. Espulsi e cancellati dalla Lega, trascurati dal Pdl, panchinandi dei Fardelli d'Italia che perdono quotidianamente consensi poiché si sono ritirati dalla scena, delusi dallo storacismo inetto. Dum Romae consulitur, citava Grillo. Ecco, mentre i leader storici dei partiti continuano a giocare con le figurine ed i soldatini, i peones hanno di fronte un'occasione forse irripetibile. Cresce la voglia di far politica, in Italia. Ma non ci sono i contenitori verso cui convogliare questo desiderio. E' tempo di cuori forti, ma non per accettare le criminali politiche di Monti e della sua banda.

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