martedì 7 maggio 2013

Dopo il Divo Giulio se ne va anche Fini

Il Divo Giulio se n'è andato. E domani lascerà la scena anche chi, Divo, si è sempre sentito pur senza esserlo mai stato: Gianfranco Fini. Meglio noto come "dietro gli occhiali, niente", tanto per comprendere la stima di cui godeva per le sue qualità intellettuali e culturali. Se ne va in punta di piedi, con un "beau geste", secondo quanto scrive La Stampa. E quale sarebbe il bel gesto finiano? Uscire di scena favorendo il ricompattamento di un'area che lui, il signor Tulliani, ha distrutto. E come favorirebbe il ricompattamento, secondo il quotidiano degli Agnelli-Elkann? Ma trovando un modo per spartire il patrimonio (ingente) della defunta An. Beh, trattandosi di Fini, mica qualcuno avrà pensato ad una iniziativa sul fronte dei valori, della politica? Macché. Il senso dell'articolo è chiaro: i sopravvissuti del Fli rientrano nell'alveo della costituenda "Cosa di destra" ed in cambio non rompono le palle sulla divisione del bottino di An. Davvero incoraggiante per una formazione politica che dovrebbe essere nuova e nascere su basi molto ma molto diverse rispetto al passato. Certo, senza soldi non si fa politica, tantomeno una politica di successo, vincente. Ma diventa difficile da capire come possano rimettersi insieme i Menia e gli Storace. E magari Moffa e Meloni. Dopo che si sono insultati, in privato e pubblicamente. Dopo che hanno sostenuto tesi contrapposte su temi anche di notevole importanza. Tutto dimenticato nel nome del Dio-eredità? E quale sarebbe la proposta politica di un simile guazzabuglio? Lo ius soli propugnato da chi arriverà dal Fli o i respingimenti di Storace? Ma, soprattutto, a chi può davvero interessare una Cosa di Destra di questo tipo? Non è bastato, come segnale, il risultato delle ultime elezioni? Anche sommando tutti i cespugli ed i bonsai, non si arriva alla creazione di una pianta. Perché non avrebbe radici. Non avrebbe gli spazi, non avrebbe alcun senso. E' vero che il denaro di An rappresenterebbe un buon concime, ma il problema è che non ci sarebbe terra da concimare perché - in quel gran casino - non si vedono semi che abbiano una possibilità di trasformarsi in alberi.

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