mercoledì 29 maggio 2013

Italiani: un gregge pauroso o delusi da Grillo?

Saragat aveva accusato il destino cinico e baro. Grillo ha dato la colpa agli italiani per il disastro elettorale. E tutti ad ironizzare sulla nuova battuta del comico genovese. Che, evidentemente, non sa cosa sia l'autocritica, ma che non ha tutti i torti. In fondo le elezioni sono determinate dagli elettori, dunque dagli italiani. E se gli italiani, dopo secoli e secoli da gregge, continuano a preferire il ruolo di pecora rispetto a quello del leone, dell'aquila o del lupo, la colpa è innanzi tutto individuale. Tutti a protestare, nelle code agli sportelli o mentre aspettano il turno alla cassa del supermercato, ma poi tutti a casa perché "tanto son tutti uguali", "tanto rubano tutti", "tanto non cambia niente". E allora tutti ad applaudire il governo Alfetta perché ha ottenuto la fine della procedura di eccesso di deficit. E tutti distratti di fronte alle nuove imposizioni europee che non permetteranno di migliorare la situazione. Colpa di Grillo anche questo? Lo si è visto nel calcio, con misure indecenti decise dai vertici del business pallonaro senza che vichinghi, guerrieri, gruppi combattenti di ogni curva, ultras e affini provassero ad ipotizzare uno sciopero del tifo per mettere in ginocchio un sistema marcio e legato solo ai soldi. Dichiarazioni fortissime: "voglio vivere e morire da ultras", e poi tutti in coda ad acquistare il biglietto e ad applaudire a comando dell'Uefa. Se questi sono i feroci ultras, cosa ci si può aspettare da pacifici pensionati o da timorosi licenziandi? Ciò non toglie che Grillo abbia commesso errori colossali. Decidendo di non partecipare a nulla, di non incidere sulle scelte nazionali. Le proposte sono state talmente ininfluenti sulla realtà da essere dimenticate dagli elettori. Niente soldi ai partiti? Va bene, ma non cambia nulla in pratica per l'economia italiana. E poi, l'errore fondamentale: una squadra di eletti in Parlamento e di candidati alle amministrative di nessuno spessore. Va bene, li ha scelti la rete. Ma questo dimostra solo la debolezza della rete stessa. Impreparati, senza grandi idee, senza radicamento, senza nulla. Davvero qualcuno potrebbe sognare di avere a che fare con un sindaco di così basso profilo? Con un assessore che non sa da dove cominciare. Vero che il Pdl ha creato assessori alla Cultura che manco sapevano cosa fosse, questa Qultura o Kultura. Ma non è una grande giustificazione per chi si candida a rappresentare il nuovo. E allora gli italiani arrabbiati son rimasti a casa, non sentendosi rappresentati. E gli altri hanno votato come al solito. Ma con qualche indicazione interessante. I Fardelli d'Italia, ad esempio, sono cresciuti molto laddove han lavorato molto. E sono rimasti a livelli infimi laddove (Ivrea, tanto per fare un nome) l'idea della politica è quella di fare palloncini a favore della Tav. E sono interessanti i dati di liste civiche, nuove, con candidati credibili. Pergine Valsugana è solo uno dei tanti esempi da seguire.

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