venerdì 28 giugno 2013

Confindustria: il 2013 peggio del previsto

La luce in fondo al tunnel? si è spenta di nuovo. Secondo Confindustria il calo del Pil sarà, quest'anno, più grave del previsto. Ed i licenziamenti di massa proseguiranno anche il prossimo anno.  Meravigliosi effetti della politica dei piccoli passi del governo Alfetta. Licenziamenti liberi di chi mantiene le famiglie e ingressi di giovani precari, con salari che permettono a mala pena la propria sopravvivenza. Ma il governo spiega che occorre ancora tempo per valutare appieno i disastrosi effetti della riforma Fornero. Ci servono amcora decine e decine di suicidi per disperazione economica, prima di capire che "nostra signora degli esodati" ha provocato danni colossali. Ma mentre la banda Alfetta continua a provocare disperazione, Monti si entusiasma perché l'Italia non è come la Grecia. Per il semplice fatto che l'Italia non è mai stata come la Grecia, nonostante i tentativi di Monti e della sua banda per trasformarci in un Paese in bancarotta. Monti, ed ora Alfetta, sono comunque riusciti a distruggere il tessuto economico del Paese. Non bastavano i grandi marchi della moda italiana che passavano sotto il controllo francese; o i grandi gruppi alimentari: ora persino le pasticcerie storiche diventano di proprietà transalpina. E vedremo, alla fine dell'estate, quanti pezzi del turismo italiano saranno posti in vendita, dopo l'ennesimo crollo delle presenze. Perché assessorati e statistiche possono raccontare la verità che preferiscono, ma il deserto nelle località di vacanze è facilmente verificabile. Senza soldi, senza tutele, senza prospettive future: è l'Italia che piace alla Merkel, ma che piace anche a De Benedetti ed al suo impero mediatico. Qualcuno vuole opporsi? Macché: quella che dovrebbe essere la Destra convoca tavoli tra morti politici per cercare di salvare qualche poltrona. Con Aledanno che non riesce neppure ad essere puntuale ad una tavola rotonda, a Roma, organizzata apposta per ascoltarlo. La puntualità è la cortesia dei re, si diceva un tempo. La maleducazione è l'arroganza di politici giustamente trombati ma che non si rassegnano alla scomparsa.

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