venerdì 26 luglio 2013

Dal Fmi a Scelta Civica: affamate gli italiani e fateli spendere

L'Italia è in stagnazione. Sai che scoperta! Ma se lo dice il Fondo monetario internazionale lo scoprono anche i media del megagruppo Elkann-De Benedetti-Murdoch. E scoprono che siamo in compagnia di Spagna e Portogallo. Ma dai? Certo che al Fmi ci devono essere dei cervelloni per arrivare a queste sorprendenti valutazioni. Ma il bello deve ancora venire. Che si fa per uscire dalla stagnazione, dal crollo dei consumi, dalla mancanza di fiducia dei consumatori? Ovvio, si deve licenziare. Vai con una flessibilità assoluta, in grado di togliere ogni sicurezza anche ai pochi che ce l'hanno ancora. E meno sicurezza significa minori consumi. Ma questo, al Fmi, lo capiranno tra un paio d'anni. Serve tempo affinché i loro mega cervelli si mettano in moto. D'altronde in Italia la banda della Kamchatka, ossia i pochi parlamentari di Scelta Civica, non è che abbiano un'idea della popolazione italiana molto differente da quella del Fmi. E tra un congiuntivo sbagliato (alla Fantozzi, ma forse gli snob manco sanno chi sia, il ragionier Ugo) ed un avverbio inadeguato, si lanciano in una serie di proposte che - se fossero presentate per Topolinia - farebbero anche sorridere. Invece, purtroppo, loro le vorrebbero applicare all'Italia. Ma l'aspetto più preoccupante è che loro, gli scelticivici, sono davvero convinti che queste ricette possano funzionare. L'analisi non è neppure sbagliata: l'Italia deve puntare sulle qualità, sulle eccellenze, sullo stile di vita italiano che tanto piace agli stranieri. Bene, bravi. E allora che si fa? Si cancella questo stile di vita perché, spiegano i padroni della Kamchatka, non ce lo possiamo più permettere. Noi, non possiamo. Loro, da super ricchi, possono. E chiedono, loro, di utilizzare in Italia gli stessi criteri che adottano altri Paesi, come la Germania, per quanto riguarda le regole per le aziende. E gli stipendi tedeschi? Beh, quelli no. Solo le agevolazioni. Poi, ovviamente, mano libera nei licenziamenti. E gli over 60 che prendono un sussidio di 18 mesi in attesa di morir di fame aspettando la pensione? Loro possono anticipare la morte andando a zappare nei luoghi impervi di montagna, per togliere le erbacce. Visto che le aziende specializzate non possono essere pagate per un simile lavoro. Ovviamente gli scelticivici vogliono rilanciare il turismo, ma di qualità. Pagando, con i voucher, ben 7,50 euro l'ora i lavoratori precari e flessibili. Che devono essere pronti in ogni istante per rispondere alla chiamata. E non importa se il ristorante o l'hotel è a 100 km di distanza. Si parte, si incassano 60 euro per 8 ore di lavoro, e si spendono 60 euro tra benzina e autostrada per raggiungere il ristorante. Così si fa girare l'economia, mica mettendosi i soldi in tasca. E la professionalità di questi lavoratori turistici? Ovvio che ci debba essere. A 7,50 euro l'ora mica possono parlare solo un paio di lingue o saper cucinare due pizze. Quello che non è ancora chiaro, agli scelticivici, è come conciliare gli stipendi da fame con le presenze dei turisti italiani negli alberghi di proprietà di lorsignori. Perché quando vanno in vacanza altrove, i signori montiani son felici di non trovarsi a fianco i soliti puzzoni morti di fame. Però nei loro alberghi li vorrebbero. Facendoli pagare tanto, ovviamente. E non con i voucher. Ma ci staressero lavorando, alla soluzione. O ci stassero? Per imparare l'italiano convocheranno qualche insegnante, pagato con i voucher, ça va sans dire

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