martedì 13 agosto 2013

Turismo a prezzi folli e senza idee


Birra Peroni in bottiglia: 89 centesimi al Pam, 1 euro e 55 centesimi in un minimarket in Val d’Ayas. E la birra valdostana? Dai 9,50 ai 10 euro. Alla bottiglia, non per una cassa. E dai 4,50 ai 5 euro per una bottiglia di succo di mele. Valle d’Aosta, ma potrebbe essere una qualunque località turistica sparsa per la Penisola o posta sulle Isole. Arriva l’estate ed i prezzi si alzano. Basterebbe confrontarli con quelli di inizio giugno, nelle medesime località. Arrivano i turisti? Approfittiamone. Una logica che certo non è nuova, ma che ora si scontra con le crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane. Non bastano le menzogne sui giornali per nascondere che l’esodo agostano è stato un mini esodo. Che le code sulle autostrade sono ridotte non per i comportamenti virtuosi e le partenze intelligenti, ma per le non partenze. E in questa situazione cosa si fa? Si alzano i prezzi per recuperare i margini di guadagno su un numero ridotto di clienti. «Tanto ci sono gli stranieri a sostituire gli italiani». È vero che gli stranieri aumentano, soprattutto quelli che arrivano dai Paesi dove la sobrietà del grigiocrate Monti non sanno cosa sia. Ma l’aumento dei turisti esteri non basta a pareggiare il calo degli italiani che restano a casa o che si muovono per un numero sempre più ridotto di giorni. Gli stranieri, inoltre, puntano sugli hotel, prima di ripiegare su case-vacanza in affitto. E chi va in hotel non è interessato a frequentare i negozi alimentari. Dunque si picchia solo sulla clientela nazionale. Per poi lamentarsi dei minori afflussi, delle seconde case che restano chiuse, della fuga di una clientela che, con gli stessi soldi spesi per una settimana in Italia, si può permettere 15 giorni in hotel lussuosi all’estero, viaggio compreso. Si può ovviare? Certo, a patto di superare la logica di voler guadagnare in due mesi la somma sufficiente per campare per l’anno intero. Bisogna aumentare il periodo di offerta. Con iniziative che vadano oltre il convegno con i soliti noti che richiamano 40 persone, parenti compresi. Con una promozione mirata delle iniziative, quando si hanno le idee giuste. Con servizi adeguati che consentano di lavorare anche nelle località turistiche. Perché si spendono somme colossali per opere totalmente inutili e poi non si riesce a garantire un collegamento decente con la Rete. Ripetitori vecchi, celle inadeguate non aiutano nell’opera di far arrivare nuove professionalità che possano lavorare e consumare tutto l’anno. Ma non si fa nulla in questa direzione. Meglio invitare il solito intellettuale decotto, l’economista che ha sbagliato tutto, l’ex ministro che ha distrutto il Paese. E poi piangere sul turismo versato.

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