giovedì 31 ottobre 2013

Torino condanna Istanbul, la Turchia (non) trema

Il casco blu Maurizio Braccialarghe non ha avuto pietà: la Turchia si è comportata male nella gestione della politica interna e, di conseguenza, deve essere punita. Braccialarghe è l'assessore alla Cultura del Comune di Torino e la severa punizione comminata ad Erdogan è l'esclusione di Istanbul come ospite d'onore di Torino per l'intero 2014. La città sul Bosforo se ne farà una ragione e sarà sostituita da Berlino. Poi, se il casco blu deciderà di perdonare il governo di Ankara, Istanbul potrebbe eventualmente essere riammessa l'anno successivo. Perché il grande esperto di Kultura ha chiarito di non voler rinunciare al rapporto con il Paese arabo. Arabo? Neanche per sbaglio, la Turchia non è araba. Ma l'eroico giustiziere culturale non lo sa. O fa confusione. D'altronde è stato prelevato dalla Rai per fare l'assessore di Fassino, mica si può pretendere troppo. Per lui è importante solo la giustizia internazionale. E lui si sente il giustiziere. A Istanbul si son permessi di progettare la distruzione di alberi per far posto ad un centro commerciale? E lui punisce. A Torino si son permessi di progettare la distruzione di alberi per far posto ad un parcheggio sotterraneo (ed inutile)? E lui punisce. I progettisti? No, i residenti che vogliono difendere gli alberi. Mica siamo a Istanbul, noi. Noi gli alberi li possiamo abbattere. Ed i centri commerciali li piazziamo negli edifici storici, abbattendo qua e là e vietando le proteste. Ma questi turchi-arabi non possono pretendere di fare altrettanto. E poi, chissenefrega dei turchi? Gli scambi commerciali possono essere cancellati, tanto siamo tutti ricchi e la crisi è finita. E non vogliamo neppure i loro investimenti, non abbiam bisogno di soldi, noi. Il Comune aumenta i parcheggi a pagamento e siamo a posto. E poi ci sono altri problemi da risolvere. Tipo la presenza del Papa al prossimo Salone del libro. Annunciata, strombazzata, pubblicizzata. Peccato non sia per nulla sicura. Ed allora si cerca di coinvolgere l'Argentina nel Salone del Libro, in modo da far pressioni sul Papa attraverso Buenos Aires. Ma l'Argentina non era quel Paese cattivo e peronista? Ed i peronisti non erano i brutti e sporchi fascisti e nazisti? Sì, certo. Ma ora fanno comodo e diventano belli e democratici. Tanto, se i turchi sono arabi, gli argentini possono anche essere nordamericani, wasp, qualsiasi cosa. Braccialarghe: un mito.

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