venerdì 29 novembre 2013

Se anche Casini attacca la Merkel..

Se n'è accorto anche Casini: con questa Europa a trazione Merkel e mercati, l'Italia affonda. Sì, proprio Casini. Quello del sostegno "senza se e senza ma" al grigiocrate Monti che stava svendendo l'Italia. Quello che "bisogna abbassare i toni" quando qualcuno osa protestare cotnro la macelleria sociale del governo Alfetta. Quello che "il Capo dello Stato ha sempre ragione", quello che "l'Europa è la nostta casa". Ecco, se n'è accorto anche lui che questa Euroburocrazia, questa Euroidolatria fa male, malissimo. E cerca di correre ai ripari. Perché lui, Casini, a differenza della banda Vedrò, ha capito il rischio (per loro) di un montante e sano populismo. Certo, non si può mica prtendere che a parire sia la famiglia Boccia-DeGirolamo. E non si può pretendere che corra ai ripari uno come Renzi, l'uomo che sta traghettando il Pd per renderlo ancora più obbediente agli ordini della speculazione. A prender ordini, diretti, da Davide Serra non può mica andare Epifani che poi non li capisce e li interpreta come capita. Ma se per il pupazzo di Firenze l'Europa della finanza è il bene assoluto e gli italiani sono schiavi da sfruttare al massimo, il povero Casini deve fare i conti con un elettorato sempre più striminzito e sempre più incazzato. Ma se i centrini votano l'ignobile legge di instabilità per i bilanci famigliari, non possono poi illudersi che il ceto medio a cui si rivolgevano poi li premi alle urne. Ed allora si scopre che anche l'ex leader centrino (per essere leader occorra qualcuno che segua) vuole ridurre le follie dell'irrigidimento europeo. Vuol far respirare l'Italia. Poco poco, ovviamente, giusto il tempo per rimediare qualche voto e qualche posto al parlamento europeo. Poi si potrà tornare al massacro sociale, in accordo con Serra-Renzi e con tutti i nemici del "populismo sotto ogni forma". La credibilità del personaggio è ormai pari a zero. Ma è pur sempre molto più forte di quanto meriti e di quanto emerga dalle urne. Manovratore di profondità, sta mettendo a punto un centro che, almeno a livello di generali, sarà estremamente corposo. E se le urne continueranno ad ignorarlo, non è un problema. Vai con i think tank. Perché se il think tank Vedrò riesce a promuovere una serie impressionante di ministri-nullità e di consiglieri-inetti, figuriamoci cosa può fare in Italia un think tank di gente che sappia anche leggere e scrivere. Come gli amici di Casini. (Solo a destra non si è ancora riusciti a capire cosa siano questi tic-tac, se abbiano attinenza con i carri armati o altro). E non bisogna guardare solo all'apparenza dei politici eletti con Monti o con Berlu ed in cerca di un nuovo padrone. Casini coinvolgerà gli Alfano ed i Mauro, magari anche Fini ed altri disperati. Ma ciò che conta davvero sono le truppe dei ciellini, sono le risorse della Compagnia delle Opere, sono i voti portati dall'ex leader della Coldiretti nazionale. Ed allora l'ex leader senza truppe rischia di ritrovarsi con un esercito che non sarà facile da gestire. E da cui potrebbe uscire un generale pronto a farlo uscire di scena.

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