martedì 3 dicembre 2013

L'Ungheria populista in ripresa, l'Italia del rigore alla fame

Grillo può piacere o non piacere. Ma è un animale politico. Fiuta il cambiamento, capisce la pancia della gente, e non solo della sua gente. In pratica, secondo i parametri dell'amerikano Riotta, Grillo è il perfetto populista. Ma lorsignori dovranno abituarsi a fare i conti, con i populisti. Perché non basta ironizzare come fanno i giornali ed i media di servizio. Non basta ridurre d'ufficio le presenze in piazza; o sminuirne il valore; o sottolineare che le richieste di Grillo non sono previste dalla Costituzione quando si parla di uscita dall'euro. Perché la disperazione cresce, e l'insofferenza pure. Ed allora, forse, invece di dibattere inutilmente sulla credibilità dei grillini, sulla faccia oscura del potere di Casaleggio, su dietrologie ed altre inutili facezie, bisognerebbe costringere i politici di altri schieramenti ad affrontare, nello stesso modo, i medesimi problemi. Non se ne può più di chiacchiere a vuoto sulla riforma della giustizia. Chi dovrebbe occuparsene? La premiata ditta Alfetta? Meglio, allora, far scrivere la riforma direttamente ad Ingroia e Boccassini. Basta parlare di cancellazione delle Province, di Tasi, Tarsi, Imu, Icu e fregature varie. O si eliminano queste forme di macelleria sociale (e Saccomanni ha già detto che non si eliminano) o è inutile perdere tempo a spaccare il capello in quattro per cercare una sigla nuova per le tasse vecchie. E Renzi? Certo, tra i paletti che ha indicato figura anche l'Europa. Bravo. Mica tanto. Perché l'Europa che piace al suo guru, il finanziere Serra, è proprio quella della macelleria sociale. Questa gente, questo Pd allargato alle nullità espresse da Vedrò nel Pdl trasformato in Ncd, non vuole battere i pugni sul tavolo a Bruxelles, non vuole ribaltare il tavolo. Chiede qualche modesto sconticino per sopravvivere. Mentre gli italiani non sopravvivono più. Fuggono i giovani, a decine di migliaia, e fuggono anche gli anziani, perché con le pensioni da fame non campano più in Italia e vanno a crepare, con dignità, all'estero. E loro, quelli della Banda Vedrò, vogliono gli sconticini. Ed il centrodestra vero? Se ne frega. Parole al vento, meglio occuparsi di qualche spartizione di poltrone, di servizi sociali dove collocare Berlu, del doppio amministratore delegato del Milan. L'Europa? Boh. Troppo faticoso studiare per capire che o si riforma l'Europa, o si rivoluziona il sistema monetario, o dalla crisi non si esce più. Troppo faticoso informarsi su cos'è successo in Ungheria. Quell'Ungheria descritta dai giornali italiani come un Paese al collasso, alla guerra civile, e che invece ha tenuto testa ai diktat dell'Ue e del Fmi ed ora vede diminuire le tasse, calare le bollette di luce e gas, aumentare gli acquisti di auto nuove. Il coraggio di dire di no. Quello che manca ad una destra che si vergogna di essere populista e ad un centrodestra che non si affatica a capire cosa significhi.

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