lunedì 6 gennaio 2014

Matteo, il nulla osannato dai media

Un giornalismo di servi ha scelto il nuovo padrone: Matteo Renzi, ovviamente. E non importa che il pinocchio fiorentino sia al servizio del finanziere Serra. Mica bisogna scrivere proprio tutto, in questo giornalismo del terzo millennio. Così come bisogna evitare domande scomode. Perché quando il triste governatore del Piemonte, Roberto Cota, accusa Oscar Farinetti (uno degli sponsor ufficiali di Renzi) di pagare 800 euro al mese i lavoratori di Eataly, i media si limitano a riportare la replica del partigiano in pectore Farinetti secondo cui i suoi dipendenti prendono più del minimo sindacale. E sarebbe? Quanto fa, in euro? Meglio non farsi domande. Non disturbare il padrone ed i suoi amici. E se il povero Fassina si offende per una battuta certo non tenera del Renzi segretario del Pd, e in un momento di dignità di dimette da viceministro, i media si guardano bene dal criticare il battutista Matteo (come facevano, invece, con il fu Berlu) ma attaccano Fassina, reo di retropensieri indecenti contro il padrone. E mentre l'Italia accumula record negativi, l'ultimo riguarda l'abbandono scolastico, Renzi ed i suoi padroni e sponsor si dilettano con giochini idioti sui modelli elettorali. La disoccupazione aumenta? E chissenefrega, i padroni valutano se sia meglio il sistema elettorale spgnolo o un Mattarellum modificato. I consumi crollano? Pazienza, Matteo ordina che si affronti il problema delle coppie gay. Le prospettive per l'industria peggiorano? Matteo e la sua banda sono impegnati per favorire lo sbarco di milioni di clandestini da regolarizzare. Indubbiamente la banda Serra-Renzi-Farinetti mostra maggior competenza rispetto alla sconclusionata banda Vedrò. Ma le strategie per risollevare l'Italia sono ugualmente fallimentari. Peccato che i media ignorino questi aspetti marginali poiché l'ordine di scuderia è quello di enfatizzare ogni aspetto positivo del pinocchio. E visto che, sul fronte delle idee e delle proposte, di positivo non c'è nulla, si enfatizza l'abbigliamento, le frequentazioni, le battute, le amicizie. Il nulla cosmico. Ma per un giornalismo che ha rinunciato ad ogni dignità, anche il nulla di Renzi diventa un motivo per nuovi entusiasmi, per nuove lingue penzolanti, per nuove dichiarazioni d'amore eterno per il padrone-burattino gestito da Serra. Quel Serra di cui, ovviamente, non si deve più parlare.

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