giovedì 27 marzo 2014

La Nasa: la civiltà occidentale è finita

Se la fine dell'Inghilterra è cominciata a Giarabub, la fine della società occidentale dovrebbe essere iniziata da uno studio della Nasa. Riportato da La Busiarda, quotidiano degli Elkann-Agnelli. Lo studio, realizzato appunto da un dipartimento dell'ente spaziale, è sicuramente serio. Basato su parametri oggettivi e su confronti con grandi imperi del passato, da Roma ai Maya, dalla Cina all'India. Ma le conclusioni, del giornale, lasciano perplessi. Perché si tende a confondere la civiltà occidentale con il mondo intero. E se si può festeggiare di fronte all'idea del tracollo dell'impero americano di cui siamo solo sudditi (a proposito: in periodo di spending review, quanto è costato ospitare l'imperatore Obama a Roma, con chiusura di strade, rimozione di auto e cassonetti, blocco delle attività?), avremmo qualche motivo in meno per essere allegri di fronte alla prospettiva di un collasso mondiale, seguito da disatri e catastrofi. Ma forse, come spiegava bene Gaber in un suo pezzo sugli americani, loro confondono se stessi con il mondo, le loro difficoltà con quelle che vorrebbero imporre a tutti. Ed il quotidiano torinese, che funge da portavoce degli interessi di Washington, si allinea subito all'interpretazione americanocentrica. Ma perché la civiltà, questa civiltà, sta finendo? Perché consumiamo troppe risorse naturali e più la tecnologia sforna nuove risorse, più aumenta il consumo. Ogni voltà al di là del dovuto e del sostenibile. E poi aumentano le tensioni sociali, negli Usa e nella brutta copia italiana. Pochi ricchi sempre più ricchi, molti poveri sempre più poveri. L'articolo non lo dice, forse perché non è importante per loro, ma l'ex classe media sta crollando e si schiaccia sui livelli della povertà. Che fare, allora? Primo, ridurre gli abitanti complessivi del Pianeta. Secondo, imporre ai Paesi emergenti di non dotarsi di auto, frigoriferi, lavatrici e di quant'altro rappresenta uno status symbol. Terzo, ma solo terzo, ridurre le diseguaglianze economiche supplicando i super ricchi di distribuire qualcosa. Tre proposte assolutamente irrealizzabili. Forse si può tentare con la prima, magari spargendo per il mondo qualche virus preparato nei laboratori americani. Oppure qualche simpatico intervento umanitario come in Irak, con il corollario di centinaia di migliaia di morti per mano americana. O ancora lasciando che, nell'ex Yugoslavia, la gente continui a crepare per gli effetti delle armi americane ad uranio impoverito (una meraviglia che consente di far crepare anche i militari italiani che erano presenti nella zona). Per il resto le soluzioni sono più assurde dei problemi. Ma estremamente significative: se si chiede ai Paesi emergenti di rinnciare ai prodotti più avanzati dell'industria, è perché Usa e Gran Bretagna stanno abbandonando completamente la produzione industriale, a vantaggio dell'attività puramente finanziaria e commerciale. Produzione solo per il mercato interno. Mentre le auto per indiani e cinesi sono prodotte in Asia, dunque nessun problema a far chiudere le fabriche asiatiche. Oddio, a fabbricare prodotti industriali sono rimasti anche Paesi di servizio, come l'Italia. Ma alla Nasa se ne fregano dei lavoratori italiani. Schiavi delle colonie, si arrangino. Quanto alla distribuzione delle ricchezze, lo stesso giornalista si rende conto che non val neppure la pena di avanzare una proposta di questo genere ai padroni del mondo. Tutt'al più un po' di carità, per non far morir subito di fame gli schiavi, in modo da sfruttarli più a lungo. Ma, in realtà, esiste una quarta via d'uscita. Che è poi l'unica che ha funzionato nel corso dei secoli: la rivolta. Il potere marcio si abbatte, non si modifica. Con rivoluzioni, con invasioni, con guerre civili o di invasione. Ma i criminali con i conti nascosti nei paradisi fiscali non cederanno il potere in modo pacifico. E se questo comporterà la fine della civiltà (ma quale civiltà?) occidentale, non sarà certo un problema per chi ha solo diritto ad un ruolo di schiavo. Perché alla Nasa non lo sanno, ma il popolo schiacciato sempre più verso il basso, a volte reagisce. Come una molla compressa. E se non ha una civiltà da abbattere, si accontenta di abbattere un regime. Oh ça ira, ça ira, ça ira, les plutocrates à la lanterne..

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