lunedì 28 aprile 2014

Asse Parigi-Berlino, senza il burattino-piazzista

Mentre il burattino riceve con tutti gli onori il leader abusivo dell'Ucraina, e si prepara ad imporre all'Italia un massacro economico incrinando i rapporti con Mosca (per far contenti i suoi padroni, il burattino vorrebbe che rinunciassimo a 10 miliardi all'anno di export), Francia e Germania cercano di raggiungere un accordo strategico nell'ambito dei trasporti e dell'energia. Sì, proprio quei settori che i privatizzatori ad ogni costo vorrebbero che l'Italia cedesse a qualsiasi investitore straniero. Ai francesi è arrivata una maxiofferta da General Electric per l'acquisizione di Alstom che si occupa di energia e di trasporti ferroviari (i treni Italo di Ntv li producono loro). Qualcosa come 10-11 miliardi di euro. Una cifra che, in Italia, avrebbe spinto il burattino a vendere tutti i gioielli di casa, con il Colosseo come omaggio finale. Invece i francesi - quelli che, secondo i nostri media di servizio, stanno pendendo dalle labbra di Matteo - hanno preferito frenare e si sono rivolti ai tedeschi di Siemens per cercare un accordo alternativo. Ed i tedeschi, tanto per cominciare, hanno offerto di più. Ma sul tavolo resta anche un'altra ipotesi: i trasporti concentrati nelle mani francesi, l'energia in quelle tedesche. Tanto per chiarire ai servi di casa nostra che il burattino-piazzista funziona nella vendita di balle porta a porta solo in Italia. Ma quando si fa sul serio, francesi e tedeschi si muovono senza il permesso di Matteo e dei suoi padroni. Valls e Merkel, chissà perché, non si sentono in obbligo di consultare Farinetti o Baricco, e neppure Serra. Ignoranti e provinciali, senza dubbio. Così provinciali da voler far esplodere il caso ucraino in modo da tagliare i rifornimenti eneregetici dalla Russia. Per restare al buio? No, per farci restare al buio e al freddo. Perché, guarda caso, la Germania ha già il collegamento diretto con la Russia, senza passare dall'Ucraina. L'Italia no. Dunque loro, sanzioni o non sanzioni, hanno l'approvvigionamento garantito. Ed eventualmente potranno giocare al ribasso sui prezzi mettendo in concorrenza Mosca e Washington. L'Italia, al contrario, ha perso anni ed anni per la realizzazione di South Stream e, nel caso di esplosione ucraina, si ritroverebbe a dipendere dal gas americano, shale gas. Estratto non in modo naturale, ma con pesanti eggetti sull'ambiente e con costi maggiori. Con la necessità, per l'Italia, di dotarsi di nuovi rigassificatori che non sono proprio a costo zero. Ma il burattino piazzista mica si preoccupa di questi particolari. Quanto costerebbe agli italiani questa follia che parte dalla riduzione dell'export e prosegue con i maggiori costi? Sicuramente più degli 80 euro concessi solo ad una parte della popolazione. Ma questo, i media di servizio, preferiscono non raccontarlo.

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