sabato 19 aprile 2014

Quote rosa, quote anziani, quote giovani: purché la libertà sia limitata

"Ma io portai un po' di vino, io che di donne non ne ho". Era il '68 quando celentano e Pilade (Pilat) lanciarono una canzone che sarebbe perfetta per molti partiti e molte correnti alle prese, oggi, con il problema delle quote rosa. Il candidato piemontese del Pd, Sergio Chiamparino, si ritrova in difficoltà nel comporre il listino per le regionali perché vuole 5 uomini e 5 donne, ma almeno una delle componenti politiche del suo partito assicura di non avere donne da proporre. Forse per motivi di cadrega, forse per un briciolo di coerenza e dignità. Le donne, così come gli uomini, dovrebbero entrare in una lista - ed a maggior ragione nel listino dove non esistono preferenze - sulla base di competenze, capacità, esperienze. Non sulla base di quote protette come i Panda. Verissimo che troppo spesso i maschi non hanno offerto spettacoli entusiasmanti. Ma non è una buona ragione per pareggiare i conti sul fronte della mancanza di qualità. D'altronde l'esempio offerto dal centrodestra in questi anni non rappresenta certo uno spot per le quote rosa. Sono state inserite in lista, ed elette, giovani carine ma prive di ogni esperienza politica, prive di ogni capacità amministrativa. Scelte sulla base di altri criteri. Qualcuna semplicemente perché aveva un cognome in grado di attirare consensi. Anche se non sono mancate le sorprese. Mara Carfagna, ad esempio. Accolta con sorrisini di compatimento, con illazioni sulla sua vita privata, con ironie sulle sue frequentazioni. E poi rivelatasi una delle poche menti davvero pensanti in tutta Forza Italia. Smentendo l'assioma che una donna bella sia per forza stupida. Mentre altre, per nulla graziose, si sono rivelate per nulla capaci. L'estetica non deve essere un criterio di scelta dei candidati, e si sono visti i disastri causati dall'imposizione di politici maschi bellocci e totalmente vuoti ed incompetenti. Così come non deve essere il sesso. Se un partito o una corrente possono contare su una maggioranza di donne capaci ed intelligenti, è giusto che siano le donne ad essere più numerose in lista. Senza alcuna tutela per maschi inetti. E viceversa. Invece si vuole normare tutto, legiferare su tutto, impedire ogni libertà di scelta. Perché la libertà è pericolosa, meglio limitarla dentro confini predefiniti. Tot donne, tot uomini, tot giovani, tot anziani. E poi ci sarà l'obbligo del 50% di candidati con il cognome che inizia dalla A alla L e 50% dalla M alla Z. Perché la politica di lorsignori non è una cosa seria.

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