venerdì 2 maggio 2014

I finti No Tav spaventano il Sistema

Primo maggio di scontri in piazza a Torino. Ed è facile, per tutti, risolvere la questione parlando dei "soliti No Tav". Facile, indubbiamente, anche tropo facile. E infatti chi, come Tassinari, non si ferma alla faciloneria superficiale, sottolinea come la protesta torinese vada ben oltre i lavori per l'alta velocità. Ma sia la spia di un malessere sociale molto più profondo. Che, non a caso, esplode nella città del "Sistema Torino", quella che piazza l'ex ministro Elsa Fornero nel consiglio della Centrale del Latte perché i membri del "sistema" devono essere tutelati e garantiti anche se hanno provocato disastri. Come stupirsi, allora, che di fronte a simili comportamenti la protesta non esploda? Certo, tutta la politica locale (ed anche quella nazionale, che viene disinformata dal territorio) risolve il problema accusando i No Tav. Peccato che la maggior parte dei giovani e meno giovani scesi in piazza se ne freghi totalmente del treno e della Val Susa. No Tav è solo uno slogan, una bandiera. Dietro a cui stanno i problemi veri e, soprattutto, una rabbia vera. Ed è vero che la protesta vede la presenza dei Bobo alla subalpina, dei figli dei radical chic della collina, della gauche caviar. Ma ci sono anche tutti gli altri. Che manco sanno cosa voglia dire Bobo e il caviale l'han visto solo nei film. Torino ha il record di disoccupazione nelle grandi città del Nord. Torino ha l'aliquota più alta per la Tasi. Torino ha decine e decine di abitazioni occupate da immigrati irregolari mentre i torinesi una casa non ce l'hanno. Girando per la città, anche in pieno giorno, si vedono anziani italiani e stranieri frugare nei cassonetti dell'immondizia alla ricerca di qualcosa, di qualsiasi cosa. Di giornali vecchi da leggere, di scarpe rotte da utilizzare. Di cibo. Ed al termine della giornata di vendita, i mercati rionali vedono sciamare i vecchi alla ricerca di altro cibo abbandonato o gettato via perché invendibile. Ma di fronte a questa situazione il Sistema Torino si occupa di collocare Elsa Fornero. Per poi indignarsi se scoppiano incidenti al corteo del 1° maggio. Per poi stupirsi se un numero crescente di persone fischia ed insulta i rappresentanti di questo sistema. Pronto a trasformarsi in Sistema Piemonte dopo le imminenti elezioni regionali. Riproponendo ex manager Fiat ormai decotti ma tanto amici del vecchio che avanza, ex dirigenti che si sono distinte per i favori concessi dalla città ad amici e parenti, neoconsiglieri rigorosamente con cognomi noti e stranoti. E di fronte a questo sistema ad escludendum, si pretende che gli esclusi si entusiasmino. Portando concerti jazz in periferia, disertati dal pubblico. Portando il vescovo a dire banalità politicamente corrette. Non basta più. Torino città laboratorio, assicura Tassinari. Sarebbe il caso che il Sistema, ed i suoi finti oppositori, se ne accorgessero. Invece l'unica reazione è il compattarsi di maggioranza e finta opposizione. Tutti uniti contro i No Tav. Tutti uniti contro chiunque metta in dubbio il funzionamento del Sistema. E se la finta opposizione si accoda, uno strapuntino le verrà concesso. Sino a quando l'opposione, quella vera, non lo leverà da sotto al sedere.

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