martedì 6 maggio 2014

Maleducate e bugiarde: le istituzioni italiane nell'era dei Fassino

Non è il primo politico maleducato. E neppure il primo politico bugiardo. Neanche il primo che butta montagne di soldi, pubblici, per una comunicazione disastrosa. Piero Fassino, il sindaco con il ditino (medio alzato), non può vantare alcuna primogenitura. Fassino, quello famoso per "abbiamo una banca", quello che aspirava alla presidenza della repubblica. Tutto rigorosamente minuscolo. Perché se le istituzioni della repubblica sono queste, ogni maiuscola è uno spreco senza senso. Un sindaco, e non di un paesino sperduto, non può permettersi - nella sua veste ufficiale - di mostrare il dito medio a chi non lo rispetta (avrà pensato che, messo in soffitta il pugno chiuso, il nuovo saluto del Pd fosse questo? Un solo dito, in nome della spending review renziana). Perché è vero che gli ospiti vanno trattati bene, ma se il padrone di casa è un cafone, l'ospite non può comportarsi nel medesimo modo, quando vuole rappresentare una istituzione. Poi, a casa sua, Fassino può mettersi le dita nel naso o fare gesti sconci davanti alla tv. Ma come sindaco non può. Capita, certo. E non muore nessuno. Ma il peggio è venuto dopo. Quando ha preteso che i suoi giornali di servizio smentissero il gesto maleducato. Lui? Ma quando mai! Ecco, un sindaco maleducato non è il massimo, uno bugiardo è pessimo, uno che impone la smentita di una cosa vera è da cacciare. Perché in questa repubblica tartufesca, tutti gli "istituzionali" pretendono rispetto per le proprie cariche e per le proprie figure pubbliche. Ma non mostrano il medesimo rispetto per i sudditi. E non può esserci sempre un esponente dei Grillini che filma, che fotografa, che pubblica i fatti per smentire il potere bugiardo. Quando il ministro Alfano ed il questore mentono su una trattativa allo stadio che loro negano e che tutti han visto (con tanto di carte della federazione), le istituzioni affondano. Quando il ministro Padoan parla di ripresa di fronte ad un Pil che cresce dello 0,6% e dunque meno dell'inflazione, mente e sputtana le istituzioni. Quando, per tornare a Torino, gli assessori fanno balenare la presenza del Papa al Salone del libro di quest'anno - con mega effetto annuncio grazie ai soliti giornali di servizio - mentono e sputtanano il loro ruolo e pure il Salone. Un Salone che inizia giovedì e che, guarda caso, proprio all'ultima edizione del pessimo assessore regionale alla Cultura teoricamente di centrodestra offrirà spazio a un dibattito sulle culture di destra. E persino alla presentazione, a partire da venerdì, di quel premio Acqui Storia così fastidiosamente scorretto in quanto libero. Perché se le istituzioni devono essere spazzate via, esistono operatori culturali da cui ripartire. Senza dito medio alzato, senza smentite bugiarde, senza giornali di servizio.

3 commenti:

  1. Augusto sbagli. Le stime di crescita sono allo 0,5%.

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  2. Ovviamente a sbagliare è solo la nostra classe dirigente, come la chiamano i giornali senza inventiva

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  3. Quella del pugno chiuso sostituito dal dito medio è una bella metafora per indicare la vera natura del PD.Bravo per la "boutade",.....ma anche per il resto !

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