lunedì 19 maggio 2014

Regolamenti di conti tra clandestini: vietato far qualcosa

Questa volta anche i media di servizio non ce l'han fatta. Poche settimane or sono, quando a Torino erano stati uccisi due immigrati che facevano i posteggiatori abusivi taglieggiando gli automobilisti nella zona degli ospedali, i giornali canaglia si erano inventati gli slogan di "posteggiatore sorridente", "posteggiatore gentiluomo" e scemenze di questo tipo. Ora, di fronte allo spacciatore assassinato nel cuore della movida torinese, mancano le definizioni di comodo. E si nota l'imbarazzo. Certo, si difende a spada tratta la politica del consumo del divertimento (e dello sballo) nelle aree indicate dal Comune e dalla speculazione edilizia che acquista a poco prezzo palazzi e locali nei quartieri degradati, li sistema, approfitta di una "improvvisa e casuale" attenzione delle forze dell'ordine proprio in quelle zone e rivende a caro prezzo le abitazioni ed i locali nell'area diventata di moda, l'area di una nuova movida. Tutti contenti, tranne i residenti storici che si ritrovano con folla che urla e schiamazza a tutte le ore. Con prostituzione e spaccio di droga, con gente che urina per strada e sulle auto parcheggiate. Il Comune di "ditino" (medio) Fassino promette interventi, manda qualcuno per una retata ogni 15-20 giorni e lascia tutto come prima. In attesa che un nuovo intervento edilizio in un altro quartiere sposti i locali dello sballo. Restituendo la zona abbandonata alla tranquillità dello spaccio "normale", senza impennate legate al popolo della notte. Adesso tutti fingono di interessarsi ad eventuali soluzioni. D'altronde la campagna elettorale impone di dichiarare qualcosa, in questi casi. Peccato che, in realtà, non si voglia fare assolutamente nulla. Quando, quelle rare volte, polizia e carabinieri intensificano i controlli, i coglioncelli della Torino-bene, della gauche caviar, strillano contro la militarizzazione dell'area. Rimpatriare i criminali arrivati dall'Africa per spacciare o da altre zone per sfruttare la prostituzione? Macché, partono le accuse di razzismo e Boldrini si indigna. Eppure non sarebbe difficile intervenire. Basterebbe applicare, anche ai criminali clandestini, quelle regole che si impongono agli italiani onesti e regolari. La "banda Befera", così impegnata a valutare la congruità dello stile di vita degli italiani in relazione al reddito dichiarato, potrebbe degnarsi di fare qualche controllo sull'esercito di clandestini? Ovviamente no, troppo difficile e troppo impegnativo. Come si fa ad andare a chiedere, all'irregolare di turno appoggiato al muro tutto il giorno, come fa a permettersi una pesante catena d'oro al collo mentre è ancora a carico dell'assistenza italiana? E se il povero clandestino, fuggito da Paesi in guerra o dalla povertà, si offende? E se picchia l'inviato di Befera? No, meglio controllare le vecchiette italiane che, con quella collana d'oro dell'immigrato, si pagherebbero 3 anni di affitto. Non si può mica chiedere a Befera di farsi spiegare, dall'immigrato ufficialmente disoccupato, il possesso di auto di lusso e di abiti costosi. Sono controlli offensivi, per i nostri ospiti. Ma obbligatori solo per gli italiani. In attesa del prossimo morto per regolamenti di conti e delle prossime parole inutili di Fassino e dei suoi compari.

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