lunedì 20 ottobre 2014

No invasione, "sì, però".

Non bastano 100mila persone in piazza Duomo a Milano per fermare le bande del "sì, però". La Lega di Salvini organizza una manifestazione contro l'invasione di clandestini, un tema che - in teoria - dovrebbe vedere l'adesione di tutti coloro che non si rassegnano alla scomparsa di quel che rimane di una brutta Italia. Di tutto quel mondo che non si è fatto conquistare dal faccione ebete del burattino, dalle conduttrici del Tg5 che sparano un "incredibile" dopo l'altro per ogni banale servizio di cronaca, dalle Barbare d'Urso sempre conquistate dall'uomo di potere (chiunque sia), dalla sinistra boldriniana che vuole le frontiere aperte a chiunque ma le tasse solo per gli italiani costretti a mantenere ospiti non invitati. E invece no. Anche in questo caso, per la felicità dei fedeli del burattino e delle ong che campano sugli immigrati, il fronte dei contrari all'invasione si è spaccato, frantumato. Critiche a Salvini perché c'erano anche gli striscioni secessionisti; critiche a Casa Pound per aver partecipato alla manifestazione (con bandiere anti Ue che, secondo qualche giornalista "preparatissimo ed immaginifico", ricordavano quelle della Decima Mas); critiche a chi ha sfilato con le bandiere russe; critiche perché non c'erano bandiere italiane e critiche da parte di chi le bandiere italiane le ha portate e accusava i critici di non averle viste. E critiche a chi non c'era, a chi ha avuto paura di farsi vedere in piazza; a chi ha rispolverato il "sì, però": sarei anche andato se non avesse parlato Salvini, sarei anche andato se non avesse parlato il consigliere afroleghista, sarei anche andato se avessero scelto un'altra città, un altro giorno, un'altra piazza. L'importante è dividersi, l'importante è evitare che qualcuno egemonizzi la protesta e la rabbia, o anche solo il malcontento. Meglio restare duri e puri ad osservare, con disgusto, la sfilata dei beceri che si accontentano di una protesta qualsiasi. Meglio essere i capi di un gruppo minuscolo, dove nessuno pretende nulla, piuttosto di far parte di una squadra più ampia, dove si è costretti a lavorare in un ruolo ben definito. Intanto i "moderati" al servizio di Berlu svaniscono e si chiudono in casa o si affidano al burattino. Le immagini, sul Tg5, delle tante poltrone vuote all'ultimo incontro di formazione di forzitalioti, sono significative. Il terrore dei forzitalioti di essere ormai il terzo partito, dopo i grillini, diventa sempre più evidente. Ma l'implosione di Fi servirà solo a far emergere mille partitini nuovi, con mille capi e nessuna base. Per la gioia del burattino, dei boldrinati, degli invasori, delle ong. Senza neppure scomodare i poteri forti che non hanno tempo per simili baggianate

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