mercoledì 12 novembre 2014

Da Roma a Carrara, sindaci che disprezzano i sudditi

Non è fondamentale sapere se sottoMarino, il pessimo sindaco di Roma, ha mentito o meno sulla vicenda dei permessi per la sua auto. Non è fondamentale sapere se il sindaco di Carrara avesse idea che l'argine realizzato era stato costruito con il polistirolo. Ciò che conta davvero e' la dimostrazione di disprezzo nei confronti dei loro sudditi. Quelli che, a Roma, devono pagare cifre folli per entrare nel centro dove sottoMarino entra comunque, cono senza permessi. Giusto, e' il sindaco, e' ovvio che debba poter entrare ogni volta che serve.  Sarebbe pura demagogia accostare il diritto di un sindaco, che in centro deve andare per amministrare, e quello di qualche signora che vuole solo far shopping. E allora dove sta la scorrettezza del sindaco? Sta nella sua demagogia. Quella che ha utilizzato per farsi fotografare in bici, con tanto di scorta e caschetto politicamente corretto. Tutta scena e niente sostanza. Perché il sindaco sottoMarino e ciclista utilizza l'auto come un qualunque sindaco non ambientalista. Nulla di male, se non fosse per la pagliacciata mediatica. Ma si sa, si utilizzano i media per crearsi un'immagine e poi si prendono per i fondelli i sudditi dimenticando tutte le bandate il giorno dopo. E a Carrara? Una esponente grillina scopre che l'argine che avrebbe dovuto proteggere la città e' stato realizzato con il polistirolo ricoperto da un leggero straterello di cemento. Un argine che, ovviamente, ha ceduto prima ancora che ci si accorgesse della pioggia. Ma di fronte alla sacrosanta rabbia dei sudditi, il primo cittadino chiarisce di non sentirsi responsabile. Tanto chi mai lo toccherà?  La colpa sarà di Giove Pluvio o  della sfortuna. Mai degli amministratori che risparmiano sul materiale, sperando in una siccità perenne. Se i tombini non vengono puliti, se le strade sono una groviera, se i ponti crollano, la colpa non è mai dei sindaci. Tutt'al più dei sudditi. Da castigare con nuove tasse per pagare gli interventi dopo i disastri.

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