martedì 26 agosto 2014

Di Battista? Molto meglio dei buonisti italiani

Tutti contro Alessandro Di Battista, il grillino che non ha affatto legittimato i tagliagole dell'Isis ma, correttamente, ha sostenuto che con loro va aperta una discussione. D'altronde tra amici la trattativa è superflua, è con i nemici che occorre discutere. Ma il vero problema non è come la dis informazione italiana abbia manipolato una dichiarazione, facendo apparire come sostegno ciò che sostegno non era. Il vero problema è che questa dis informazione sta dimostrando di non capire più nulla. Alla spasmodica ricerca di un padrone, non sanno più a chi rivolgersi. Obama li ha delusi, a parte Riotta che continua a magnificare i grandi studi del presidente Usa a fronte dell'ignoranza degli altri leader mondiali. Ma, per tutti gli altri, Obama è il "tentenna", quello che non sa quale decisione prendere e, se poi decide, la sbaglia. Non a caso manca una linea guida, un pensiero forte. I cialtroni del politicamente corretto e della democrazia occidentale ovunque e comunque, non accettano che in buona parte del mondo questa democrazia non piace, anzi fa proprio schifo. Qualche genio si è indignato perché, in tutto il mondo, si cominciano a rifiutare i confini imposti dai vincitori di guerre varie. Confini, nel caso delle ex colonie, tracciati con il righello sulla carta geografica, ignorando popoli, lingue, culture. Andava bene così, sostiene il genio. E con il tempo, assicura, i popoli si adegueranno, si rassegneranno, accetteranno l'inaccettabile. Per ora, no. E scoppiano conflitti ovunque. Le tribù rivogliono il loro ruolo, le proprie terre, la propria identità. C'è qualcosa di male? No, sino a quando la tribù non sconfina e si allarga nell'area di un'altra tribù, di un altro popolo con un'altra identità. Che è ciò che sta facendo l'Isis, andando a massacrare i vicini. Il problema non è l'identità, ma il sopruso. Così come il problema non è riconoscere l'Isis come nemico con cui discutere prima di bombardare (perché ciascuno ha non solo il diritto, ma anche il dovere, di scegliersi amici e nemici). Il vero dramma è provocato dai buonisti che hanno deciso di rinunciare alla propria identità per essere più accoglienti nei confronti di chi arriva, non invitato, a casa nostra. I cialtroni che giustificano gli invasori che non si accontentano di alloggio e cibo gratis, ma pretendono il menu a loro scelta e la collocazione alberghiera più comoda ed intrigante. Se Di Battista chiede un confronto con gli altri, questi cialtroni lo criticano e poi non si confrontano ma cedono le armi della cultura, della dignità, dell'identità. Sono loro, questi cialtroni, che fanno prosperare il terrorismo in Italia perché dimostrano, ai futuri terroristi, la vigliaccheria di questo Paese. Che rifiuta il confronto perché non ha idee da confrontare, perché non ha principi e identità. Altro che Grillo ed i grillini. Ma ai media di servizio non fa comodo raccontarlo

giovedì 21 agosto 2014

La Germania alla guida di un'Europa triste

Francesco Perfetti, su Il Giornale, ricorda la profezia di Curzio Malaparte sulla ripresa della Germania dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale. Una Germania che avrebbe ricostruito se stessa e poi avrebbe dominato "un'Europa divisa, stremata dalle lotte politiche e sociali, dalla cattiva amministrazione e dalla fatale inerzia dei governi e dei popoli". Un'Europa unita sotto il controllo di Berlino, "non sarà più un sogno, sarà una triste realtà". Una previsione del 1953, tanto per evidenziare la differenza tra un giornalista vero, come Malaparte, e quelli che si impegnano per scovare gli amanti della moglie di un possibile omicida. Malaparte aveva non solo capito la forza tedesca, ma anche i risultati non proprio entusiasmanti di un predominio di Berlino. "Una triste realtà". Che è poi quello che sognava e prometteva anche il grigiocrate Monti: un'Italia noiosa. In un'Europa altrettanto noiosa e triste. Sfuggono i vantaggi, per i popoli, di una simile situazione. Certo, i tedeschi stanno dominando di fatto l'Europa. Sono, al di là della facciata, gli unici interlocutori credibili di Mosca (il burattino toscano manco viene invitato). La Francia si è suicidata prima con il vanesio Sarkozy ed ora con il nulla cosmico Hollande. La Germania tratta. Si adegua alle sanzioni ma continua a discutere, unico partner adeguato per Putin. Basta? No, non basta. Perché la Germania e la Merkel non hanno capito che non basta imporre la visione tedesca all'Europa per far funzionare l'Ue. Le regole devono essere diverse a seconda degli Stati, a seconda dei Popoli. Merkel è troppo rigida per capirlo. L'ossessione del risanamento, dei compiti a casa, dell'austerità, ha prodotto solo il disastro. Crollate le economie dell'Europa del Sud, crollati i consumi interni, inevitabilmente calano anche le esportazioni tedesche verso questi Paesi. E le sanzioni contro la Russia fanno il resto: la Germania frena. E la sopportazione dei Paesi impoveriti si riduce. Non bastano le puttanate degli economisti e dei giornalisti di servizio per consolare ed illudere i sempre più rari lettori. La Spagna cresce grazie ai sacrifici, assicurano. In realtà crescono solo i grandi capitali e le grandi imprese che aumentano gli utili grazie alle esportazioni, sostenute da salari sempre più bassi e dalla povertà crescente. E' questo il modello da seguire? Forse per Merkel sì. Nella convinzione che, con l'aumento dei salari che scatterà a gennaio, la Germania possa essere autosufficiente grazie all'aumento dei consumi interni. La ricetta, guarda caso, vietata ai Paesi come l'Italia. Perché, nel sogno tedesco, non c'è solo l'Europa noiosa e triste già "vista" da Malaparte. C'è anche un'Europa povera e disperata. Non proprio una grande prospettiva

mercoledì 20 agosto 2014

L'Ue non collabora sui clandestini. E fa bene

Tutti indignati perché la Ue ha spiegato al governo del burattino che i soldi per Frontex sono pochi. Dunque l'Italia si arrangi con la sua politica del "Mare vostrum". Perché indignarsi? Perché protestare se l'Austria ha ricacciato indietro i clandestini arrivati in Italia ed in fuga verso la Germania? Perché stupirsi se la Francia ha fatto altrettanto con chi cercava di uscire da Ventimiglia? Hanno perfettamente ragione loro. Il buonismo deficiente che ha portato l'Italia a svenarsi per andare a recuperare centinaia di migliaia di persone sulla costa nordafricana, era tutta opera nostra. I piagnistei di Boldrini, le dichiarazioni anti italiane dell'ex ministro della dis integrazione, non erano richiesti dall'Europa. Tutta roba nostra. E se i soldi venivano scippati agli italiani per mantenere l'operazione "Mare di chiunque altro tranne che nostro", la responsabilità è di chi ha permesso e favorito l'elezione di Boldrini e dell'ex ministro. Con la politica di immigrazione hanno distrutto il tessuto sociale di questo Paese, hanno costretto a fuggire decine di migliaia di ragazzi preparati a cui è stato negato un futuro per assicurare un presente a chi arrivava da fuori. Una poltica criminale. Favorita dalle menzogne dei media che scambiano un arabo con un clandestino dell'Africa nera. La faccia è la stessa ma cambiano le provenienze dichiarate a seconda delle guerre nel mondo. Tra poco dall'Africa arriveranno anche ragazze dalla pelle scura che assicureranno di essere fuggite dall'Ucraina. Tanto i buonisti cialtroni accettano tutto. E gli alberghi sardi, ambiti dai milioni di italiani costretti a rinunciare alle vacanze per mancanza di soldi, vengono rifiutati dai clandestini perché non abbastanza vicini ai luoghi del divertimento. Mentre altri clandestini pretendono di avere il riconoscimento di profughi per ottenere 40 euro al giorno. Mentre l'Africa, grazie a questi cialtroni buonisti, si svuota di giovani e di futuro, di braccia e di cervelli (ma quelli fuggono verso Francia, Germania, Gran Bretagna, non verso l'Italia derelitta). L'Africa viene cinesizzata, l'Italia viene africanizzata. Ai cialtroni buonisti va bene così, perché cultura, identità, civiltà ed appartenenza non sanno cosa siano. Ma perché pretendere che sia l'Europa a farsi carico della demenza italiana?

martedì 19 agosto 2014

Uccidete i pensionati: unica soluzione per il burattino

Il burattino ha ragione: bisogna abbassare il tenore di vita degli anziani che han fatto parte della moritura classe media. L'assegno di 3.500 euro lordi, che in pratica sono 2mila netti, deve essere tagliato. Perché sino a quando i nonni potranno aiutare i nipoti a sopravvivere, in attesa di un lavoro decente e in linea con gli studi, la grande riforma non potrà essere messa in pratica. Quale riforma? Quella della disperazione. Quella che obbligherà chiunque ad accettare un qualunque lavoro alle condizioni peggiori. Senza garanzie, senza tutele, senza futuro, senza speranze. Basta con questi arzilli vecchietti che, sempre meno e sempre per meno giorni, popolano le località di vacanze. Il turismo deve essere solo straniero. E basta con questi giovani che pretendono un lavoro da ingegnere, pagato da ingegnere, solo perché si sono laureati a pieni voti in Ingegneria. Se vogliono una professione adeguata, vadano all'estero. Se no facciano i baristi o i camerieri, purché sottopagati. O i manovali, a cottimo. Ma per farci diventare il Bangladesh d'Europa occorre scardinare questa piaga dei pensionati che riescono a sopravvivere aiutando pure le famiglie. Si potrebbe ucciderli tutti, riducendo il servizio sanitario ed assistenziale. Facendo pagare a caro prezzo le cure di cui, invecchiando, han sempre più necessità. Oppure dovranno emigrare verso Paesi dove, con la pensione sempre più magra, si può comunque sopravvivere. Certo, sarebbero soldi italiani in costante uscita, ma da economisti cresciuti alla scuola di Deaglio-Fornero non ci si può aspettare qualcosa di più intelligente. Forse, qualcosa di più intelligente, dovremmo aspettarcelo dai piccoli imprenditori che verranno spazzati via dal crollo dei consumi. Ma sono gli stessi che han votato il burattino, dimostrando di non capire nulla e di meritare il tracollo. Qualche dubbio potrebbe insinuarsi, però, tra i tedeschi. Che, con lentezza teutonica, si stanno accorgendo che aver costretto alla fame l'Europa del Sud ha determinato una flessione della domanda di prodotti tedeschi. Mentre l'export frena e la demenza di chi impone sanzioni alla Russia crea danni crescenti. Ma per fortuna ci sono gli immigrati. Che noi accogliamo, anzi andiamo a prendere direttamente sulle sponde africane. Per poi indignarci se gli altri Paesi europei, che non hanno concordato questo assistenzialismo idiota, non ne accettano le conseguenze sul loro territorio. Volete fare i primi della classe? Teneteveli. E in posti che piacciano agli ospiti. Perché un folto gruppo di nigeriani ha rifiutato l'accoglienza in un hotel sardo. L'hotel era decisamente bello, ma era troppo isolato. La prossima volta anche il night gratis e l'organizzazione di feste a spese dei pensionati italiani.

mercoledì 13 agosto 2014

Il turismo italiano non seduce più

Deflazione in 10 grandi città italiane. Peccato che, in questa disastrata estate italiana, la riduzione dei prezzi non abbia neppure sfiorato le seducenti località turistiche. Anzi, le sedicenti località turistiche perché, a leggere i dati, si scopre che seducono sempre meno. Gli italiani, innanzi tutto. Costretti a rimanere nelle città deflazionate perché non possono più permettersi i prezzi delle coste e delle montagne. Per fortuna che ci sono ancora gli stranieri a ricordare che questo è il Paese dei camerieri e dei mandolini. Era anche il Paese del sole, ma con un governo come questo è inevitabile che ci sia la pioggia. Ma anche l'afflusso degli stranieri rischia di essere poco più di un bluff. Innanzi tutto perché il turismo mondiale cresce a ritmi superiori rispetto all'incremento dei flussi di stranieri verso l'Italia. In secondo luogo perché l'affluenza di quest'anno è stata favorita da alcune crisi internazionali. Il Vicino Oriente è diventato tabù a causa delle guerre e delle tensioni. Via dal Nord Africa per paura di un'estensione degli scontri in Libia e per i timori nei confronti di un Egitto troppo vicino a Gaza e Israele. E l'Africa Nera? Ebola non è il miglior spot per richiamare turisti. Il Brasile ha visto gli scontri in occasione dei Mondiali di calcio, l'Argentina non si sa quanto possa restare tranquilla in conseguenza del default dichiarato dagli Stati Uniti per compiacere i fondi buitres (avvoltoi). L'Europa dell'Est sconta la crisi ucraina. Dunque si può andare anche in Italia a fare i turisti. Per pagare una notte in hotel molto di più rispetto a quanto si paghi in Grecia, in Spagna, in Croazia. Per pagare una cena al ristorante a prezzi da gioielleria. Ma è tanto pittoresco! Una polentata fatta con la polenta istantanea a quanto si vende nei ristoranti in quota sulle Alpi? 15 euro? Solo se il locale è sfigato. Se no si può anche raddoppiare. Così restano chiuse anche le seconde case. Ed aumentano a dismisura i cartelli "Vendesi" o "affittasi". Ma noi offriamo il sole, il mare, le montagne. E quando piove cosa offriamo? Il rimborso delle spese? Macché. Nessuna politica turistica da parte del governo, nessuna idea brillante da parte degli operatori. Ma un pianto antico, per chiedere interventi pubblici di sostegno e soccorso. In passato qualche genio aveva persino proposto di collocare dei posti di blocco per impedire ai proprietari di seconde case o agli affittuari di arrivare nelle località turistiche con l'auto ricolma di prodotti acquistati in città. Bisognava obbligare i vacanzieri a spendere il doppio per un deodorante o un dentifricio, per la carta igienica o il detersivo per i piatti, per la pasta o per una lampadina. Qual è stato l'afflusso di italiani a luglio? Crollato del 20%? Del 30%? Del 50%? Sicuri che sia solo colpa della crisi? Nel fine settimana del 9-10 agosto le code al tunnel del Monte Bianco erano più lunghe dalla parte italiana rispetto a quella francese: erano più numerosi gli italiani che andavano a far vacanze all'estero rispetto a quelli che venivano da noi. E non è solo un problema di sole e maltempo.

martedì 12 agosto 2014

Le paure degli italiani

Al burattino non piacciono i gufi, perché gli fanno notare che la sua incapacità politica non servirà a raddrizzare la baracca Italia. Al burattino non piacciono neanche gli studiosi, perché a confronto delle sue renzine risultano sempre troppo preparati. Al burattino non piace chi lo contraddice, perché lui vive solo di dichiarazioni e promesse che non possono essere messe in dubbio. E piacciono, al burattino, i professori alla Deaglio-Fornero, quelli che spiegano che la colpa della crisi è solo delle famiglie italiane, tanto ricche ma così tanto paurose da non voler spendere. Ignorano, burattino e Deaglio-Fornero, i 10 milioni di italiani sotto o a ridosso della soglia di povertà. Ma fa lo stesso. Hanno paura? Sicuramente sì. Hanno ragione ad aver paura? Sicuramente sì. Luca Ricolfi, uno di quei professori che non piacciono al burattino, spiega che una delle ragioni della paura è la folle, stupida, criminale, controproducente tassazione sulla casa. Quella reitrodotta dal burattino, ma anche quella voluta dal grigiocrate Monti (che aveva come ministro, guarda caso, proprio Fornero-Deaglio). La casa era il bene rifugio. Gli italiani lavoravano tutta la vita per comprarsi la casa e metterla a disposizione dei figli che si creavano una nuova famiglia. Questo era il vero patto generazionale, ma il burattino e le renzine non l'hanno capito. La casa rappresentava la garanzia del futuro, di una vecchiaia serena dopo anni di lavoro, di un futuro sereno per chi si affacciava al mondo del lavoro e della costruzione del nucleo famigliare. Con le tasse sulla casa (ce le chiede l'Europa) il valore delle abitazioni è crollato e la tassazione ha eroso i risparmi. Generando paura. E altra paura l'ha provocata, guarda caso, la Fornero-Deaglio, con le riforme sulle pensioni e sul lavoro. Nessuna garanzia di sopravvivenza decorosa alla fine del ciclo di lavoro, ma secondo Deaglio i pensionati italiani dovrebbero spendere e spandere i soldi che non hanno più. Quando si avrebbe diritto a riposarsi, si è obbligati ad arrangiarsi alla meno peggio per arrivare a fine mese. Ma la coppia di genii non lo sa. E non dovrebbero aver paura quelli che lavorano? A Deaglio-Fornero si aggiunge un terzo genio, Alfano. Che vuole la flessibilità totale in uscita. Detto in italiano: libertà di licenziare chiunque, in qualsiasi momento. "Ce lo chiede l'Europa e in Europa funziona". Peccato che i grandi pensatori di questo governo e gli ufficiali di complemento fingano di ignorare che, in Europa, funziona anche il ricollocamento di chi perde il lavoro. Flessibilità e sicurezza. In Italia no. E allora, prima dei licenziamenti liberi, occorrerebbe far funzionare la rete di sicurezza sociale. In caso contrario la paura aumenterà ancora, i consumi caleranno e porteranno a nuovi licenziamenti, a nuove paure, a nuovi cali della domanda.

lunedì 11 agosto 2014

Erdogan come Putin: la sconfitta della democrazia parolaia

Il cattivo Erdogan, antidemocratico, antifemminista, antiisraeliano, antitutto, ha vinto le elezioni presidenziali in Turchia con la maggioranza assoluta dei voti già al primo turno. Ma i media italiani hanno già fatto notare che le aspettative erano superiori e, dunque, è quasi una sconfitta per Erdogan. Che già in primavera aveva vinto le elezioni nel suo Paese, confermando dunque la propria popolarità in Turchia nonostante le tante polemiche dell'Unione europea e, soprattutto, dei media nostrani. Se un popolo sceglie e riconferma un politico, forse significa che lo apprezza. Il burattino italiano, con il 40% dei voti, è un trionfatore. Il presidente turco, con il 51%, è un mezzo sconfitto. Mah.. E va ancora peggio con Putin. La russologa della Busiarda, dopo aver spiegato che il presidente è psicolabile perché si lava tutti i giorni, ha sfoderato un altro grande articolo di politica internazionale ipotizzando che, forse, magari, chisà, Putin si è pure fatto del botulino per spianarsi le rughe. Oddio, ecco spiegati i problemi in Ucraina e magari anche la nascita dell'universo. Poi, però, la grande russologa terminava l'articolo ammettendo che questo egocentrico, psicopatico, delirante, vanesio, cattivo presidente gode, in patria, di un consenso colossale, tra l'80 ed il 90%. E mentre i media italiani si interrogano sui comportamenti intollerabili di popoli che amano i propri leader anche se non piacciono ai giornalisti italiani, l'ungherese Orban ha posto a tutti una domanda ben più intelligente: e se la fase della democrazia parolaia e vuota fosse alla fine? Se, al contrario, i popoli preferissero essere guidati da personalità capaci, competenti, forti? Nulla a che spartire con il burattino italiano, ovviamente. Si parla di forza, non di arroganza. Si parla di capacità, non di autopromozione sostenuta dal giornalismo canaglia. Si parla di competenza, non di renzine presuntuose. Il mondo cambia e le vecchie imposizioni vacillano. Non frega più niente a nessuno se il Corriere si indigna per l'incapacità dei turchi di sostenere una inutile democrazia all'europea o all'americana. I popoli sono diversi, hanno sentimenti diversi, regole diverse. Il fallimento del pensiero unico viene nascosto solo dal giornalismo canaglia, ma diventa evidente per tutti quelli che, non a caso, rinunciano alla disinformazione ufficiale.

venerdì 8 agosto 2014

L'export crolla? Le sanzioni contro Russia e Iran aiutano..

Il Pil cala ancora, ma per il burattino e le renzine va bene così. Crolla l'export extra Ue, ma la banda del burattino non sa neppure quali siano i Paesi extra Ue. Deaglio, il marito dell'insopportabile Fornero, spiega che il Pil cala perché le cattive famiglie italiane hanno i soldi ma non li spendono perché han paura. Forse paura dei disastri provocati dall'ex ministro piagnone. Il ministro Lupi cade dal pero e si stupisce che i lavoratori addetti ai bagagli di Fiumicino non vogliano più fare straordinari e si limitino a rispettare le regole, creando ritardi ed ingorghi. E solo perché verranno licenziati. Ma si può rovinare le vacanze a chi può farle, solo perché si rimane senza lavoro? Festeggiate e spendete gli 80 euro del burattino. E di fronte al calo delle esportazioni che si fa? Si decidono le sanzioni contro la Russia e poi, da brave renzine e da bravi renzini, si resta a bocca aperta quando Putin reagisce bloccando le importazioni di parmigiano, di prosciutto italiano, di frutta e verdura del nostro Paese. Ma come? Ma perché? Non si fa così, nel mondo dei burattini. Noi imponiamo le sanzioni ma voi chiedete scusa e continuate a comprare i nostri prodotti. I gggiovani del burattino sono convinti che il mondo debba andare così e, dunque, così deve andare. Ogni deviazione è vietata. Hanno cancellato il Senato, non vogliono le preferenze, hanno abolito le Province: il prossimo passo sarà quello di abolire Putin e tutto andrà a posto. Nel frattempo, secondo la Sace, perderemo almeno 1 miliardo di euro di export in due anni. Tanto la nostra economia va benissimo e possiamo permettercelo. E poi Sace spiega anche che perderemo 16 miliardi di euro di mancate esportazioni verso l'Iran, sempre grazie alle sanzioni che altri han deciso e che noi abbiamo adottato. Quanti posti di lavoro valgono 17 miliardi di mancate esportazioni in questi due Paesi? Le renzine non lo sanno. Loro devono occuparsi solo di eliminare ogni forma di democrazia in Italia. L'export, i disoccupati, la povertà sono questioni irrilevanti. Come spiega il pessimo Riotta sulla Busiarda, dobbiamo dar retta al burattino ed essere ottimisti e fiduciosi. Su quali basi? Non importa. Sorridi, sei su scherzi a parte. E se Padoan assicura che la ripresa è già in atto da mesi; no, da qualche settimana; no, sta per arrivare: beh, bisogna far finta che sia una persona seria e gli si deve credere. A quale delle versioni? A tutte, naturalmente. Il burattino e la sua squadra sanno tutto. E poi quali sono le alternative? Berlu che vota qualsiasi cosa gli chieda il burattino in cambio di una giustizia di comodo e di tutela per Mediaset? La desaparecida Meloni che, ogni tanto, spunta fuori per far sapere di essere ancora in servizio? I grillini che non hanno un decimo del coraggio di Grillo? La Lega che prima o poi si degenerà di dotarsi di strumenti di comunicazione per far sapere cosa fa? Ed allora si prosegue con la banda di bugiardi e con i giornalisti di servizio che non trovano il coraggio per chiedere al burattino se i mancati effetti sui consumi della mancia di 80 euro non siano dovuti alla Tasi. Già la superstangata che è stata dimenticata dai giornalisti giovani e tanto comodi. Ma che è stata perfettamente ricordata dai cittadini.

lunedì 4 agosto 2014

La banda del burattino vuole la guerra tra poveri

Mentre la banda del burattino è impegnata nella soppressione, di fatto, del senato, la guerra tra poveri si scatena anche nella scuola. D'altronde i burattinai vogliono un Paese frantumato, privo di qualsiasi unità. Perché uniti si può persino vincere ed il popolo deve perdere. Così le graduatorie per insegnare al Nord sono state sconvolte dall'arrivo degli insegnanti del Sud. E chi era in testa alle graduatorie, ed era pronto ad un anno di insegnamento sereno, si è visto scavalcare da decine di colleghi in arrivo dalle province meridionali. Tutti con punteggi altissimi. Meritati? A volte sì, ma se ci fosse tutta questa grande capacità di insegnamento, in quelle stesse province, non ci si ritroverebbe, ogni anno, con quelle province in fondo alle classifiche Invalsi sulla preparazione degli studenti europei. Perennemente ultimi, ci sarà un motivo? Ed ora chi ha garantito risultati diastrosi a casa propria potrà raggiungere i medesimi risultati fallimentari in altre province. Classica dimostrazione di cosa intenda questo governo quando parla di attenzione al mondo dell'insegnamento. Ma c'è anche un altro aspetto, forse divertente. Spesso, troppo spesso, gli insegnanti scavalcati sono proprio quelli che si sono contraddistinti per un'adesione incondizionata a tutto ciò che è politicamente corretto. Insegnanti che hanno negato i canti di Natale per non turbare i nuovi "ospiti"; docenti che propinano culture esotiche ed autori astrusi nel nome del multiculturale, del multietnico. E poi multitasking (?) ed idiozie a seguire. Difficile indignarsi se sono questi signori e queste signore a restare a casa. Anche perché gli insegnanti scavalcati non possono neppure protestare. Nel nome del politicamente corretto devono far finta di essere felici di accogliere i nuovi arrivati, devono difendere le graduatorie nazionali in attesa di essere scavalcati anche dagli ospiti internazionali. Devono entusiasmarsi all'idea che i bambini ed i ragazzi vengano educati in modo diverso. Conosceranno nuove culture, nuovi stili di vita, nuovi metodi di insegnamento, nuovi approcci alla vita. Magari non avranno una grande continuità didattica, quando i loro insegnanti chiederanno immediatamente il trasferimento in zone vicine a casa e, nel frattempo, si ammaleranno con frequenza regolare per poter star vicino alle loro famiglie. E quando, finalmente, anche al Nord le prove Invalsi avranno risultati pessimi, gli insegnanti scavalcati potranno finalmente esultare per l'omogeneità italiana. Oddio, ci sarebbero anche i diritti degli studenti di essere preparati in maniera adeguata per affrontare un mondo sempre più difficile. Ma di fronte al politicamente corretto, chissenefrega dei ragazzi.

domenica 3 agosto 2014

Renzi il maoista e la sua rivoluzione senza cultura

La qualità della Stampa, meglio nota come la Busiarda, è raramente eccelsa e non giustifica l'aumento di prezzo del quotidiano degli Elkann Agnelli. Ma, a volte, capitano analisi di qualità. Come quella di Luca Ricolfi a proposito del ritorno del primato della politica in "salsa burattino". Perché il primato della politica è sacrosanto, purché avvenga su basi molto ma molto diverse da quelle imposte dal parolaio toscano. "E' il premier - sostiene Ricolfi - che con più spregiudicatezza ha puntato sulla fedeltà e l'appartenenza come criteri di selezione della classe dirigente". Un'accusa pesante, ma sacrosanta. E gravida di conseguenze negative. Nessuna attenzione alle qualità, alla professionalità, all'esperienza. Nessun rispetto per il merito e la competenza. Gente come Boschi o Madia sono al governo per amicizia e fedeltà, certo non per capacità. Il disastro sulle graduatorie scolastiche è solo l'ultimo degli errori compiuti. E non perché l'attuale governo sia responsabile di qualcosa che ha origini precedenti, ma perché è talmente incapace da non essersi reso conto di quanto stava succedendo. E la pochezza sul piano internazionale? E l'incapacità di affrontare l'immigrazione di massa, con le menzogne di Alfano che assicura che nessun giovane italiano perderà il posto di lavoro a vantaggio dei clandestini? Ne han già persi a centinaia di migliaia, ma il ministro di Ncd non se n'è ancora accorto. E l'economia? In questo caso Ricolfi non può negare che sia stato scelto un tecnico, ma Padoan è un tecnico di comodo. Che, dal giorno dell'insediamento, sta raccontando una serie infinita di panzane a proposito di ripresa che non c'è. Ricolfi fa un paragone, perfetto, con la Cina maoista, quella della rivoluzione culturale. Si cacciavano presunti "borghesi" per sostituirli con contadini poveri, ignorando competenze ed utilità di chi veniva cacciato e fregandosene dell'impreparazione di chi li sostituiva. Esattamente come il burattino e la sua banda: le nomine premiano giovani e donne, purché siano fedeli ed ubbidienti. Le altre qualità non interessano. E si buttano via bagagli fondamentali di esperienza e capacità, indispensabili per la ripresa. Che, di conseguenza, continua ad essere rinviata. Tuttavia Ricolfi sbaglia quando scarica tutte le responsabilità sulla politica. E' l'intera classe dirigente italiana che si comporta così. A cominciare dall'editore di Ricolfi che, come gli altri editori, sta tentando di rottamare il più possibile per affidarsi ai giovani ed alle donne, purché senza qualità e, soprattutto, senza pretese economiche. E sbaglia anche, Ricolfi, quando pare voler affidare ai tecnici le chiavi di questo sfortunato e colpevole Paese. Se i tecnici, in campo economico, sono quelli che compaiono sulle pagine della Busiarda, allora è persino meglio Padoan. L'esperienza di Fornero, le analisi del marito Deaglio o gli interventi dei bocconiani sono quanto di più deleterio possa accadere all'Italia. Sono l'unica giustificazione di un maoismo giovanilista e da burattini.