lunedì 4 maggio 2015

Manganellate contro la scuola, ma non contro i teppisti di Pisapia

Qualcuno si è stupito perché la polizia, che ha accuratamente evitato di caricare i teppisti a Milano, sia invece intervenuta pesantemente a Bologna contro gli insegnanti che contestavano il bugiardissimo alla festa del Pd. Al di la' delle strategie di ordine pubblico (se vengono bruciate le auto dei privati cittadini chissenefrega, ma guai a fischiare il bugiardissimo), e' evidente che il governo non può tollerare contestazioni precise e mirate. L'Expo non è un provvedimeto governativo, la riforma della scuola si'. Dunque se i centri sociali di Pisapia, dopo aver bruciato una libreria (Ritter), sfasciano qualche negozio, va bene. Nessuno li sgombra e verranno utili per impedire qualche iniziativa politica dell'opposizione. Ma se gli insegnanti si agitano, allora son problemi grossi. Innanzi tutto perché il mondo della scuola e' numeroso. Professori, maestri, precari, supplenti. Sottopagati ma senza troppe pretese da parte di chi li paga. Se un docente e' bravo e si impegna, lo fa a suo rischio e pericolo e non guadagna nulla. Se non fa niente, va bene lo stesso. D'altronde la scuola italiana, ancor più con la riforma imposta dal bugiardissimo, non deve preparare professionisti o almeno cittadini di qualità. Deve sfornare braccia da sfruttare. Non deve formare esperti cultura in grado di valorizzare le bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche dell'Italia, ma solo custodi dei musei che non sanno nulla delle opere esposte. Non devono preparare ingegneri e scienziati di alto livello, perché se no emigrano verso Paesi dove la qualità e' apprezzata e pagata. Ed allora, se manca un qualsiasi progetto educativo, la scuola italiana si contraddistingue solo per la confusione burocratica. Leggi e leggine, concorsi fatti ed abortiti, graduatorie insulse, trasferimenti forzati con immediata richiesta di rientro al paese d'origine abbandonando gli allievi. Senza garanzie, senza premi per i migliori insegnanti, senza penalizzazioni per chi non sa o non vuole insegnare. Il massimo della genialità e' trasformare gli educator in accattoni del marketing, alla ricerca di sponsor che, in cambio di pochi euro, possano indirizzare gli studi non verso la qualità ma verso ciò che più serve al finto mecenate: braccia a basso costo. Ed allora va bene anche la polizia per manganellare chi fischia il bugiardissimo e la sua ministra. E, domani, andranno bene i media di servizio per condannare gli scioperi di chi è già condannato dalla riforma

2 commenti:

  1. Grazie per questo blog che ho scoperto da poco.
    Purtroppo la cultura, che è l'unico bene che non si compra con il denaro, suscita l'invidia di cialtroni & c. e deve essere distrutta, proprio insieme alla scuola. Il popolo deve essere ignorante, altrimenti diventa critico. Al potere ormai solo arroganza e presunzione, i figli di incompetenza e ignoranza.
    Le persone di cultura (quella vera) devono essere emarginate.
    E che dire della Giustizia, ormai asservita al potere più becero? Povero Montesquieu, è morto e sepolto.

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  2. Grazie, Alice. Condivido totalmente

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