martedì 5 maggio 2015

Salvate il ragazzotto che dice scemenze in tv

E' diventato il pirla per antonomasia. Grazie alla sacrosanta definizione che gli ha affibbiato suo padre. Ed ora il ragazzotto con felpa e cappuccio che ha voluto i suoi 2 minuti di celebrità, accettando di essere intervistato durante il corteo dei teppisti a Milano, si ritrova trasformato in un simbolo. Utile a tutti. Soprattutto a Salvini e Meloni, ma anche a Berlu e Grillo. Un po' meno al bugiardissimo perché il pirla non è un figlio di papa' con Rolex al polso, come altri suoi compagni di scorribanda. Tanto per ribadire che il bugiardissimo mente a prescindere. Il pirla ha una famiglia onesta alle spalle, che si vergogna della stupidità del figlio, che lo sgrida e si indigna. E basta. Una famiglia da tutelare. Perché le colpe dei figli non è che debbano sempre ricadere sui genitori. Colpevoli, probabilmente, di non aver offerto al figlio un'educazione musicale adeguata. E così il ragazzotto si è messo a frequentare i centri sociali dove può rimbecillirsi con i rumori emessi dagli emuli di Fedez. Ma sin qui son solo fatti suoi e del suo scarso gusto artistico. Poi, però, va in piazza a far bordello, come dice lui,  e il problema diventa pubblico, politico. Lui, il pirla, diventa l'emblema di questa sinistra. Priva di idee, priva di iniziative proprie ma solo capace di seguire gli ordini del capo branco. Perché vai in piazza? Boh. Un'idea di società futura? Boh. Vuoto cosmico. E' l'Italia del presente che diventerà l'Italia del futuro. Quella voluta dal bugiardissimo che, con oppositori di questo livello, potrà governare per mille anni. Lui o un suo clone. Un'Italia che non ha nulla da dire ma che, di fronte ad una telecamera, lo dice lo stesso. E' l'Italia creata da Mediaset con i programmi della De Filippi. Che differenza c'è tra il pirla incappucciato ed i pirla che blaterano agli ordini di Maria? Nessuna. Ma è davvero questa l'Italia che vogliamo? Probabilmente si', considerando gli ascolti televisivi. Ed allora chi guarda quei programmi abbia il buon gusto di non indignarsi contro il ragazzotto incappucciato. Che, come dicevano i guitti di Striscia la Notizia, non ci avrà messo il cervello ma almeno ci ha messo la faccia. E sicuramente i suoi compagni, quelli che lo portano alle manifestazioni e lo usano come pedina senza anima, non lo utilizzeranno per assaltare di notte le librerie dove si fa cultura. Perché il ragazzotto difficilmente saprebbe distinguere un libro che contiene cultura (una cosa strana, a lui estranea), da una raccolta di vaccate del Fedez di turno. Probabilmente, però, i suoi compagni non lo vorranno più alle manifestazioni. Per evitare che il mondo conosca la nullità imperante nel mondo di costoro.

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