sabato 12 marzo 2016

La guerra delle tv si gioca sui contenuti

Al di la' dei favori che una stampa asservita ed una televisione di comodo stanno rendendo al bugiardissimo ed alla sua banda di renitenti alla vanga, il problema dell'informazione italiana sta diventando sempre più urgente. Non per ragioni etiche - del tutto sconosciute al settore - e neppure politiche. Ma per motivi banalmente economici. Che non riguardano la Rai al servizio del bugiardissimo, perché il canone mantiene comunque un carrozzone sempre più allineato e coperto. Nessuno avrebbe voglia di pagare per garantire ricchi stipendi alla Bignardi, ma il lato oscuro dell'accertamento obbligherà a mantenere lei e compari. A prescindere da ascolti e gradimenti. Ma è sul fronte delle tv private e dell'informazione cartacea e online che si addensano nubi. Perché non basta aver trasformato l'intero Canale 5, e soprattutto il Tg5, in una rete di complemento del Pd e del suo lider minimo per garantirsi il successo ed il futuro. Mediaset e' troppo piccola, ormai, nello scenario televisivo mondiale. Ma i pretendenti non mancano. A partire da Sky per arrivare a Vivendi. Un destino straniero, nel futuro del gruppo italiano. Perché gli aspiranti partner si sono accorti della profonda debolezza della programmazione Mediaset. Programmi vecchi, che non tirano più. Contenitori vuoti di idee. Mancano i contenuti. Ma i contenuti costano e servono investimenti cospicui ed intelligenti. Un problema che non riguarda solo Mediaset ma tutta l'informazione non cartacea italiana. I contenuti sono deboli e diventano inesistenti in molte tv locali. Persino piattaforme come Netflix devono affrontare questo aspetto fondamentale. Si può scegliere di ignorare il problema proponendo, ad libitum, isole degli sfigati e le squallide risse nei programmi defilippici, ma pare che i grandi gruppi internazionali abbiano altre idee e prospettive. D'altronde il pubblico si sta stufando delle solite boiate, dei programmi urlati, di personaggi banali, arroganti ed ignoranti. La grande sfida si giocherà sui contenuti. Che non sono mai neutri ma che sono la conseguenza di un'idea, di un progetto, di una manipolazione. Se i cinesi di Wanda si sono comprati gli studios di Hollywood e le catene di distribuzione dei film, non è per trasmettere al mondo una cultura legata agli uomini e donne di Mediaset. Vivendi e Sky l'hanno capito. Altri no.

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