martedì 31 maggio 2016

Al voto, nonostante il disgusto per la politica

I partiti non piacciono più ed i candidati si vergognano di farne parte. Le amministrative ormai alle porte - con il grazioso contributo del bugiardissimo che ha collocato il voto alla fine di un lungo ponte - stanno facendo emergere un disgusto crescente tra i potenziali elettori. Pronti a disertare in massa le urne, e non soltanto per non rinunciare al mare o ai monti. È che proprio non capiscono, gli elettori, per quale motivo dovrebbero andare a votare. Hanno provato con la sinistra e con la destra, a Roma e Milano. E sono stati delusi dalla sinistra e dalla destra. Nelle più diverse varianti. La destra di Aledanno e della Moratti, la sinistra di Marinò e di Pisapia. A Torino solo sinistra, ed i risultati non sono certo entusiasmanti,ma in Piemonte le giunte di centrodestra sono state fallimentari ed asservite al sistema di potere locale. E la novità dei 5 stelle? Nulla a Milano, forte a Roma (ma spiegare alla Raggi di coprirsi con i capelli l'orecchio destra che pare un elfo?), poco convincente a Torino a causa di una inadeguatezza totale della comunicazione. Meglio il mare e la montagna, allora? Chi decide di non votare, non dovrebbe lamentarsi dopo. Indubbiamente la scelta è difficile. Tra programmi fotocopia dove gli unici argomenti di divisione sono quelli nazionali e non quelli locali. Solo Fassina, a Roma, si distingue promettendo altre spese a favore degli allogeni che hanno occupato la città. Ma altrove gli slogan sono simili: legalità, sviluppo, riduzione degli sprechi, investimenti. Promettono tutto le opposizioni, ma promettono tutto anche i sindaci uscenti che non si sa perché non abbiamo provveduto ad intervenire su questi temi negli anni passati. Ma c'è ancora qualcuno che crede a queste promesse? A questi personaggi? In fondo questo è il grande capolavoro del bugiardissimo: avere portato i sudditi al disgusto totale nei confronti della politica. E dove manca la politica, la finanza internazionale, gli speculatori, i cialtroni di ogni risma possono imporre i loro voleri. Per il bugiardissimo e' un colpo da maestro. Ma i suoi finti oppositori avrebbero dovuto lavorare in senso opposto. Se non fosse stata, appunto, una finta opposizione

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