lunedì 16 gennaio 2017

L'Italia precipita nelle classifiche della ricchezza mondiale

Ventisettesima su 30, ma solo perché mancano i dati su uno dei 30 Paesi più ricchi del mondo. L'Italia, nelle classifiche internazionali, è saldamente al fondo delle classifiche che misurano la qualità dell'insegnamento, la capacità imprenditoriale, la corruzione del sistema. Peggio di noi soltanto Portogallo e Grecia. Meglio di noi anche la Spagna, l'Estonia, la Slovenia, la Slovacchia. Oltre, ovviamente, ai grandi Paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti. E piccoli come l'Islanda, il Lussemburgo, l'Austria, l'Irlanda, la Svezia, la Danimarca. Se si scorrono le prime posizioni della classifica, si nota che le migliori condizioni sono quelle offerte dai piccoli Paesi del Nord Europa. Una indicazione che va oltre gli aspetti puramente economici e finanziari. Dimensioni ridotte della popolazione consentono di prestare maggior attenzione agli aspetti umani, sociali, ma anche a quelli ambientali. I cialtroni che continuano ad invocare nuove ondate migratorie per ovviare alla denatalità dell'Italia e del Nord in particolare, sono gli stessi che, con anima candida, si interrogano senza risposta sulle ragioni di un eccesso di inquinamento dell'intera pianura Padana. Il Po accoglie i rifiuti di una ventina di milioni di persone, concentrate in un'area troppo piccola. Ma bisogna continuare ad incrementare i numeri, bisogna far arrivare altre milionate di persone. Con la conseguenza che la qualità dei servizi si riduce progressivamente, in alcuni casi crolla. Siamo ultimi in classifica per servizi di base e infrastrutture, penultimi per qualità della scuola. E con questi risultati vorremmo anche essere competitivi? Ultimi in classifica per imprenditorialità e per intermediazione finanziaria, penultimi per corruzione. Ma siamo tanto bravi nell'accoglienza e nel mantenimento delle cooperative che lucrano sui migranti. Poi, dai risultati, pare che questa grande accoglienza non si trasformi in opportunità di crescita dell'Italia che, al contrario, vede peggiorare costantemente la propria situazione. L'Italia tanto buona e inclusiva è all'ultimo posto per salari legati alla produttività e al terzultimo posto per la disoccupazione giovanile. In compenso scaliamo la classifica per assenza dal lavoro per malattia: un meraviglioso quarto posto che significa che l'Italia è un popolo di moribondi o che è un popolo di furbetti, cialtroni ai vertici come alla base.

Nessun commento:

Posta un commento