venerdì 10 febbraio 2017

Festival e rigori per non pensare e per dividere

Durissimo scontro tra gli italiani. Quasi una guerra civile. Da un lato chi ritiene che il problema fondamentale del Paese sia il vincitore del Festival di Sanremo. Un vincitore che, ovviamente, dovrà essere politicamente corretto. Dall'altra gli italiani più impegnati e che, logicamente, si interrogano con preoccupazione sul futuro dello stadio della Roma. Poi, per fortuna, interviene Dibba e assicura che lo stadio si farà, in perfetta sintonia con tutte le marce indietro sull'urbanistica compiute dalla giunta Appendino a Torino. Bene, ora anche gli italiani più impegnati potranno dedicarsi al Festival, sostenendo Mannoia che è già sostenuta da De Filippi. Tutto il resto, fino a domenica, non conta. Poi, finalmente, ci si potrà occupare di calcio, degli arbitri, dei rigori. Mica ci si può indignare per un giovane disoccupato, ovviamente italiano, che si suicida. Meglio indignarsi di fronte alla moviola. E allora nell'acquario possono nuotare, tranquilli ed in silenzio, i pesciolini ed i pescecani del Pd, impegnati nel tira e molla del congresso anticipato. E mentre infuria la bufera su Raggi, passano nel silenzio assoluto i disastri compiuti dalla giunta e dal sindaco di Genova. Compagni che sbagliano, non è il caso di soffermarsi sulla vicenda. Più gustoso il pettegolezzo su presunti amanti del sindaco di Roma. D'altronde Genova è più piccola ed il suo destino, non solo politico, interessa solo ai genovesi. In teoria dovrebbe pure interessare a chi, come Toti, guida la Regione Liguria e potrebbe ritrovarsi, suo malgrado, a conquistare il capoluogo. Ma il leader del partito di Toti è già impegnato a riaccogliere tra le capienti braccia l'adorato figlio senza quid, quell'Alfano in cerca d'autore e, soprattutto, alla ricerca disperata di un seggio parlamentare. Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon! Una bella ammucchiata di personaggetti che si detestano ma che vogliono governare anche se non hanno una sola idea per cambiare una realtà sempre più tragica. E, prima o poi, il Festival finirà e non basteranno le liti sui rigori per far dimenticare a tutti che il baratro si avvicina. Si potrebbe persino teorizzare qualche colossale torto arbitrale per far scaricare le tensioni, almeno sulla Rete. Le destre, maggioritarie in molte curve degli stadi, litigano, si spaccano e si frantumano sugli arbitraggi, così non riescono ad accordarsi su qualcosa di più serio. Lo squallore degli insulti reciproci tra tifoserie è la più bella vittoria degli eurocialtroni di Bruxelles

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