lunedì 6 febbraio 2017

Il programma di Le Pen spiazza le destre italiane

Che fastidio Marine Le Pen. Inizia la campagna elettorale con un piglio da prima della classe e invece dei soliti slogan sfodera un programma da 144 punti. Per fortuna non tutti sono precisissimi, e questo permette alle destre italiane di tirare un sospiro di sollievo. Purtroppo, però, buona parte del programma è credibile, realistico, ben fatto. Condivisibile o meno, è un altro discorso. Quello che conta davvero è che una destra populista europea sia arrivata a realizzare un progetto di governo realmente alternativo. Fuori dall'euro, fuori (parzialmente) dalla Nato, piccoli dazi per tutelare l'industria nazionale e per far aumentare i salari dei lavoratori. Si è scomodato anche l'economista del gruppo De Benedetti-Elkann, Mario Deaglio (il marito della Fornero, tanto per chiarire), per avanzare dubbi e perplessità su questa frenata della globalizzazione criminale che ha distrutto le economie europee, a partire da quella italiana, con il consenso ed il plauso di ministri come Fornero. Una opposizione, quella dei clientes dei poteri forti, perfettamente logica e scontata. Probabilmente i disinformatori di professione non si aspettavano una simile prova di efficienza da parte di Madame Le Pen. E probabilmente non sarà neppure sufficiente al FN per vincere le presidenziali perché il liberista Macron godrà dell'appoggio dei banchieri, degli speculatori, della finanza che controlla tutti i media transalpini. Ed il centrodestra francese, come quello italiano, è troppo vigliacco per compiere una scelta coraggiosa e di reale cambiamento. Ma ad essere davvero spiazzata è la destra italiana, nelle sue varie componenti. Marine Le Pen si è affidata a gente competente per stilare il programma. Molti politici delle destre italiane avrebbero difficoltà persino a comprendere il significato di "stilare", figuriamoci a predisporlo, un programma. Quattro punti fatti scrivere dai figli degli amici, un po' di banalità condite da luoghi comuni. In Francia il FN si presenta in grado di governare un Paese, cambiandolo a livello economico, sociale, culturale. Dunque servono economisti, esperti di sociologia, intellettuali di varie discipline. In Italia le destre vanno in difficoltà non per cambiare radicalmente un Paese ma per cambiare le lampadine dei lampioni di un paese. Poi, magari, Marine Le Pen verrà sconfitta e, per qualche miracolo, le destre italiane vinceranno. Ma, come è avvenuto in passato, dimostreranno di non saper governare e tanto meno cambieranno l'Italia.

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