lunedì 13 marzo 2017

Confindustria in crisi, fedele al bugiardissimo

Bisognerebbe aver fiducia nella magistratura italiana per pensare che la verità sulle vergognose vicende del Sole 24 Ore possano emergere dalle aule giudiziarie e che i responsabili possano essere puniti. Poco più di un'illusione. Ma al di là degli aspetti legali, delle false comunicazioni, delle decine di migliaia di copie perse (problemi che interessano soprattutto i giornalisti coinvolti), dalla vicenda del Sole emerge la crisi non di una testata ma dell'intera Confindustria. Inevitabile, considerando che è l'espressione di un mondo industriale in coma profondo. Da tempo ai vertici della confederazione sono approdati quelli che De Luca definirebbe come "personaggetti " . Improbabili rappresentanti di un mondo autoreferenziale e che non sta più contribuendo alla crescita del Paese. Slogan ripetuti nella speranza che si trasformino in realtà. Appoggio politico al bugiardissimo puntando ad ottenere favori. Lo si è visto in occasione del referendum. Confindustria e il bugiardissimo insieme. Insieme anche nel non riuscire a comprendere il proprio Paese ed il proprio popolo. Politiche di sfruttamento sostenute da una informazione a senso unico. Non è stato sufficiente. Lo scollamento è evidente. E non se ne esce con altri slogan, con altri interventi a difesa di un fortino assediato e con le mura sbrecciate. Tutelando gli "industriali che sbagliano ", proteggendo manager che nella migliore delle ipotesi sono incapaci e che vengono premiati con sontuose buonuscite. Una Confindustria che continua a pretendere di dare indicazioni economiche e politiche e non si dimostra in grado di gestire se stessa. Il famigerato "Fate presto " per defenestrare Berlu ora pare non andare più di moda quando si tratta di fare pulizia in casa propria. Anche a livello di immagine si sarebbe potuto fare di meglio

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