mercoledì 5 aprile 2017

Europa a 26: la Grecia non c'è più

Europa a 27? No, a 26. L'Unione pare aver perso un altro pezzo, nel silenzio generale. Ci siamo persi la Grecia. Atene non esiste più. Con grande dispiacere del governo Renziloni perché nelle classifiche dei peggiori, l'Italia era quasi sempre penultima, precedendo la derelitta Grecia. Qualche volta riuscivamo ad essere ultimi assoluti, ma spesso era Atene a salvarci dal cucchiaio di legno. Ora, invece, i nostri vicini mediterranei sono usciti dalle pagine di disinformazione quotidiana. Tra Albania e Turchia è comparso un buco nero sulla carta geografica. La sede di un partito politico, Alba Dorata, viene assaltata e non un giornale o una tv che, in Italia, riprenda la notizia. Che mostri un briciolo di indignazione per la cancellazione del diritto di espressione. Nulla di nulla. E sulle proteste di ogni categoria, di fronte alle politiche criminali imposte da Bruxelles ed applicate dal bugiardo Tsipras? Un velo di censura. Non bisogna parlare della Grecia perché significherebbe raccontare ciò che potrebbe succedere in Italia proseguendo con le attuali politiche sociali ed economiche. Non bisogna parlare della Grecia per non raccontare che le risorse continuano a diminuire e continuano ad essere destinate ai migranti, mentre i greci sono alla fame. Forse ce lo racconteranno più avanti, poco prima dell'estate. Per scoraggiare i turisti italiani ed evitare che scelgano per le vacanze qualche isola greca. Per scoraggiare gli amanti della storia antica. Per il resto, però, meglio tacere. Vietato raccontare l'impossibilità di curarsi, vietato ricordare che anche alimentarsi decentemente è diventato un privilegio per pochi. Vietato spiegare che l'insofferenza nei confronti di Tsipras sta crescendo. Il compagno di buon senso, quello che si è piegato agli ordini della Bce, del Fmi, che ha raccontato ai greci che bisognava far sacrifici perché lo chiedeva l'Europa. Il bugiardo che ha sotenuto che i sacrifici avrebbero garantito la ripresa, ed invece è stato il baratro. E allora bisogna attaccare Alba Dorata perché rifiuta di piegarsi, perché pensa alla sopravvivenza dei greci invece che a quella dei migranti. Così gli assalitori vengono lasciati liberi di agire mentre vengono incarcerati i greci che difendono i greci. Meglio non informare, meglio cancellare Atene dalle carte geografiche.

Nessun commento:

Posta un commento