mercoledì 19 luglio 2017

Il bollito di Arcore ora scommette su Tosi

Il bollito di Arcore è scatenato. E dopo aver spalancato le braccia per riaccogliere il ministro Costa, pronto a dimettersi in autunno dopo aver fatto parte dell'attuale governo in quota Alfano, il sultano di tutti i Dudu del mondo ha finalmente trovato il candidato perfetto. Non Draghi o Marchionne, lanciati e poi dimenticati, ma addirittura Tosi. Sì, l'ex sindaco di Verona, ex leghista, ex alleato di Parisi, attuale sostenitore di Gentiloni e del bugiardissimo. La squallida ammucchiata del bollito prende forma in vista delle elezioni politiche. Non un'idea, ma una squadra Arlecchino, con riciclati e scarti di partiti e movimenti vari. L'ideale per convincere gli elettori, per motivare gli astensionisti. Chi non sarebbe entusiasta di farsi governare da una banderuola come Tosi? Uno che ha piazzato la propria fidanzata come candidato sindaco di Verona e ne è uscito sconfitto? Uno che è passato dal sostegno di Cpi a quello del Pd? In realtà un personaggio di questa coerenza è perfetto per il bollito di Arcore. Ma Berlu non si ferma e cerca di creare problemi in casa Lega, facendo trapelare l'idea di una candidatura di Maroni come futuro presidente del consiglio. D'altronde Maroni è abituato a convivere con i centristi e soprattutto con Comunione e Liberazione e con la Compagnia delle Opere. Gli affari sono affari e la politica si adegua. Quello che è meno chiaro è il perché gli italiani dovrebbero votare per questa gente. Credibilità zero. Davvero qualcuno vorrebbe ritrovarsi la Brambilla come ministro? Con Dudu sottosegretario e Pascale a guidare le danze? O qualcuno rivorrebbe la Gelmini a guidare le politiche scolastiche con il suo tunnel tra Svizzera e Gran Sasso? Certo, l'ignoranza del ministro Fedeli non teme confronti, ma non è possibile doversi limitare a scegliere il meno peggio. Tra l'altro il bollito di Arcore dimostra un totale disprezzo nei confronti dei potenziali alleati, e non si tratta certo di un grande segnale. Ma è anche vero che i potenziali alleati non brillano per capacità. È possibile affidare il governo dell'Italia a chi non è neppure in grado di risolvere i problemi della propria fondazione politica che controlla le risorse economiche? Ma non bisogna disperare. Nella peggiore delle ipotesi il bollito di Arcore lancerà la candidatura di Luca Cordero di Montezemolo, lui sì che è un uomo vincente. Basta chiedere in Alitalia, in Frau, in Cinzano o all'organizzazione di Italia 90

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