martedì 22 agosto 2017

La Grande Muraglia dove si schianta Fca

Fca smentisce le indiscrezioni su avances cinesi per l'acquisto dell'intero gruppo o del solo marchio Jeep. Fidarsi di Marchionne non ha alcun senso ma, in fondo, non è fondamentale sapere se Fca verrà inglobata nella Grande Muraglia cinese o se confluirà in qualche altro gruppo. Il cammino è comunque segnato e porterà l'ex Fiat ad un futuro sempre meno italiano e sempre più lontano dalle famiglie Elkann- Agnelli. D'altronde, una dopo l'altra, le grandi dinastie industriali italiane stanno uscendo di scena. Le aziende vengono vendute ai migliori offerenti, che si tratti di cinesi, di russi, di indiani, di arabi o, più tradizionalmente, di americani, francesi e tedeschi. Spesso, per fortuna, i nuovi proprietari continuano a lavorare in Italia, dimostrando che in Italia si può fare impresa nonostante tasse assurde e una magistratura con tempi biblici. E non sono soltanto i settori del fashion ad attrarre gli acquirenti di tutto il mondo che approfittano di un Paese in perenne saldo. La moda, il food, il design indubbiamente. Ma anche la meccanica di precisione, la robotica, l'acciaio, l'aerospazio. Ed ora le auto dopo aver acquistato i marchi e le attività  di alcuni dei più noti carrozzieri. Resta il turismo, ma anche in questo settore l'avanzata dei compratori stranieri è continua. Le grandi catene di hotel in attesa che la liberalizzazione delle spiagge porti a nuovi gestori in arrivo da ogni parte del mondo. La Cina che si sta comprando intere regioni dell'Africa per trasferire milioni di cinesi, non avrà alcuna difficoltà a fornire spiagge e servizi italiani per i propri connazionali alla ricerca di un viaggio nell'esotica Italia. Operai italiani, camerieri italiani per servire i nuovi padroni del mondo. In attesa, piccola attesa, che anche il servizio ai tavoli o nelle camere venga affidato a personale cinese quando finirà il fascino dell'esotico italiano. Resteranno gli artigiani italiani, l'élite operaia in grado di realizzare i capolavori mentre l'operaio massa sarà sostituito dai robot. Resteranno gli artigiani, gli ingegneri capaci di innovazione e di grandi progetti, i ricercatori scientifici, i super esperti nella storia e nell'arte italiana. Magari formati nelle scuole e nelle università cinesi perché la scuola italiana, grazie a Fedeli e compagni (ma senza dimenticare Gelmini e Moratti), sarà sempre più una sfornatrice di ignoranti e disoccupati. È la globalizzazione perdente, bellezza. Tutta Made in Italy

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