giovedì 7 settembre 2017

Torna in campo la magistratura per evitare il cambio politico

Saranno nuovamente i magistrati a decidere i risultati elettorali? Di sicuro ci stanno provando. In Italia come in Spagna. Da noi si utilizzano i comportamenti di Bossi e dell'allora tesoriere della Lega per strangolare economicamente il partito di Salvini dato in forte ascesa e destinato al successo insieme agli alleati del centro destra. In Spagna il governo di Madrid utilizza la magistratura per bloccare il processo di indipendenza della Catalogna chiamata al voto il primo ottobre per decidere sul proprio futuro. Il premier madrileno del Partito popolare sa benissimo che i catalani voteranno, in massa, per l'addio alla Spagna. Dunque, invece di agire per motivare una permanenza all'interno di un Paese solo, preferisce impiegare la magistratura come arma di deterrenza. Non importa che non ci vogliate più, dovete stare vicini vicini. E se il voto ci sarà, Madrid dovrà decidere se inviare i carri armati per le strade di Barcellona. Davvero la Spagna è pronta alla guerra civile? Le vicende dell'ex Jugoslavia non sono state sufficienti, in Europa? È difficile fermare una valanga, ancor più difficile farla risalire. Come si bloccheranno le aspettative dei catalani al termine del voto? O come si attuerà la repressione per impedire che il popolo catalano scelga il proprio futuro? Quanto all'Italia, il 22 ottobre si svolgerà il referendum consultivo sull'autonomia di Veneto e Lombardia. È ampiamente previsto un successo del Si', e allora la magistratura si fa braccio armato del governo e chiede alla Lega una montagna di soldi per l'utilizzo improprio dei finanziamenti pubblici. Soldi che la Lega ovviamente non ha. E allora che succede? Si mette fuori legge il partito di Salvini? Gli si impedisce di far campagna elettorale? Di fronte alla prospettiva di un successo del centro destra alle prossime elezioni, il sistema Italia corre ai ripari per tutelare il proprio potere. E non sembra che gli alleati di Salvini siano particolarmente preoccupati. Anzi, qualcuno appare decisamente soddisfatto. A partire dalla redazione del Tg5, sempre schierato a sostegno di Gentiloni, per finire con Veneziani che invita Fdi e Forza Italia a frenare i referendum nelle due regioni del Nord. Il clima davvero ideale per creare il quadrifoglio ipotizzato da Berlu. Un centro destra petaloso, con una foglia per i forzisti, una per Fdi, la terza per la Lega e la quarta disponibile per l'eventuale aggregazione di Fitto, Sgarbi, Tremonti, Parisi e gruppuscoli vari. Lista unica per conquistare il fatidico 40% e poter governare. Ma è difficile pensare a un quadrifoglio sino a quando Berlu non cambia il direttore del Tg5

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