martedì 10 ottobre 2017

Marcegaglia tace su 4mila licenziamenti

Che saranno mai 4 mila licenziamenti? Che sarà mai una riduzione degli stipendi del 20% e della cancellazione dei diritti? Per il gruppo che ha rilevato l'Ilva si tratta di piccolezze, di sciocchezzuole. Ma forse non è così. Infatti per i media di servizio la nuova proprietà dell'Ilva è franco indiana mentre al momento dell'acquisto si faceva sempre notare che la cordata aveva una forte componente italiana, quella del gruppo Marcegaglia. Che, ovviamente, continua ad essere parte consistente, seppur di minoranza, della cordata vincente. Ma i media di servizio ora fingono di dimenticarsene e quando proprio non possono ignorare la presenza dei Marcegaglia tra i soci, si affannano a precisare che quei cattivoni indiani e francesi non si degnano neppure di avvertire i poveri soci italiani delle scelte strategiche che penalizzano i lavoratori. Peccato che non risulti da nessuna parte una posizione contraria di quella che fu anche presidente di Confindustria. Muta. Emma tace, non si presenta ai cancelli degli stabilimenti per solidarizzare con i lavoratori che saranno cacciati o che perderanno diritti e retribuzioni. Anche la presa di posizione del ministro dello Sviluppo, Calenda, appare strumentale o poco più. Le garanzie dovevano essere chieste in fase di gara per conquistare l'Ilva. Invece il governo ha preferito favorire la cordata dei Marcegaglia e dei franco indiani anche se l'offerta alternativa esisteva e prevedeva tagli di salario inferiori. Ora la rottura delle trattative appare più che altro una sceneggiata che porterà a risultati minimi. D'altronde il ministro sa di poter contare su una informazione di comodo e che sarà sufficiente un euro in meno di tagli o un solo licenziamento evitato per ottenere dai media cori entusiastici dei media. Naturalmente brilla, come sempre, l'assenza di interventi puntuali e intelligenti da parte dell'opposizione. Il bollito di Arcore può contestare le scelte dell'ex presidente di Confindustria? Meloni può informarsi di qualcosa esterno al grande raccordo anulare? Quanto ai sindacati, il loro ruolo appare sempre più marginale, autoreferenziale e poco più. In fondo la sorte dei lavoratori italiani interessa a pochi. Nessuno rinuncia al panino per difendere un operaio italiano. Meglio digiunare tra pranzo e cena a sostegno dello Ius Soli

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