venerdì 29 dicembre 2017

Ed ora il teatrino delle candidature sbagliate

Giorgio Gaber, in una delle sue ultime canzoni, sosteneva che c'era un grido in cerca di una bocca. Una esigenza in cerca di qualcuno che la rappresentasse. Forse, da allora, i motivi del grido sono cambiati, ma la mancanza di una bocca permane e si accentua. Strano che non se ne siano accorti all'Istat, preferendo definire gli italiani come qualunquisti per il loro crescente distacco dalla politica. Il distacco è da queste bocche che rappresentano solo se stesse, indifferenti ad ogni grido. Lo si potrà verificare già nei prossimi giorni, quando i partiti si impegneranno a formare le liste dei candidati. Con la pretesa che gli italiani si illudano ancora una volta e vadano a votare. I qualunquisti, in realtà, non sono i sudditi, ma i rappresentanti dei partiti che candidano chiunque non sulla base delle competenze e delle qualità, ma per ragioni di fedeltà, di scambio di favori. Per poi indignarsi di fronte alla diserzione delle urne. Si pretende un voto a Gelmini per evitare un successo di Fiano, si vorrebbe un voto al bugiardissimo per contrastare un successo di Salvini. Per i programmi ripassare più tardi, perché le deliranti promesse di Berlu non hanno nulla da spartire con un programma e le proposte di Boldrine rappresentano solo un tentativo di distruggere gli italiani ma senza alcuna alternativa. È evidente che a lorsignori non interessa governare, ma solo stare al governo. Ed è una cosa ben diversa. Di fronte alla diserzione delle urne non si prova a cambiare, a lavorare per un programma serio e realizzabile. Macché. Sempre le stesse facce, sempre gli stessi sederi da incollare alla poltrona. Il grido in cerca di una bocca pretenderebbe qualcosa di meglio rispetto alla scelta tra la pessima scuola della Fedeli e la scuola dell'ignoranza, dell'impreparazione e dell'inglese del centro destra. Lorsignori però insistono, candidati uno peggio dell'altro. E si stupiscono per le sconfitte, per le bocciature. Alle politiche come alle elezioni locali. Ma come? Quell'assessore era così bravo, piaceva a tutti quelli che contano, e gli elettori lo hanno mandato a casa? Già, ad imporre gli amici degli amici si rischiano sconfitte dolorose. E il grido in cerca di una bocca può trasformarsi in un sonoro vaffa..

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