martedì 20 marzo 2018

Fermato Sarkozy per i soldi libici

Magari finirà tutto in una bolla di sapone. Ma visto che si tratta della giustizia francese e non di quella italiana, il fermo di Nicolas Sarkozy appare quantomeno clamoroso. Un ex presidente della repubblica coinvolto in una vicenda di finanziamenti illeciti da parte della Libia. Magari sarebbe stato  fondamentale accorgersene prima, per evitare l’ignobile aggressione francese contro Tripoli con l’assassinio di Gheddafi, una guerra civile che non è ancora finita e l’invasione dell’Italia da parte di quelle stesse persone che il Colonnello bloccava. Indubbiamente il modo migliore per nascondere le prove di corruzione o aiuti illeciti è l’eliminazione fisica di chi ha pagato. E poi la Francia è già abituata a questi fiumi di denaro, e di diamanti, in arrivo dall’Africa. Non è quindi scontato che si arrivi davvero al carcere per l’ex presidente. Anzi, si può scommettere sul contrario. Ma il fermo rappresenta comunque un segnale interessante, un passo avanti significativo in direzione di un pallido tentativo di mini giustizia. Ovviamente non ci si può illudere su un eventuale contagio francese da questo versante delle Alpi. In particolar modo per quanto riguarda la vicenda libica. Da noi nessuno ha neppure ipotizzato la corruzione o qualcosa di analogo. Da noi si è semplicemente trattato di totale incapacità politica, di inadeguatezza dei ministri. Non serve l’intervento della magistratura, in questa vicenda. Sarebbe servito, e non c'è stato, un intervento onesto dei media. Invece il servilismo, come sempre, ha prevalso ed i colpevoli di quella vergognosa pagina di storia italiana continuano a far danni in politica. Almeno i francesi hanno avuto la capacità di rimandare a casa Sarkozy prima ancora di permettergli la candidatura per l’Eliseo. Sono quelle piccole soddisfazioni, praticamente le uniche, che consentono ai transalpini di sentirsi superiori. Sarkozy cacciato dagli elettori, La Russa riconfermato da quelli italiani

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