giovedì 12 aprile 2018

Gentiloni vuol portare in guerra l’Italia che pensa ai rigori

E l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar.. Rispetto alla descrizione di Giorgio Gaber qualcosa è cambiato. Si sono svuotati i bar come luogo di confronto, si gioca di meno alle carte tradizionali e di più ai poker virtuali americani ma di calcio si continua a parlare, soprattutto sui social. Proprio mentre un cowboy ottuso è pronto a scatenare la guerra mondiale per nascondere le malefatte sue e dei suoi amichetti internazionali. Ma che importanza possono avere i missili che si stanno ammassando nel Mediterraneo a fronte delle patetiche giustificazioni di un ex arbitro non rimpianto a proposito di un rigore? Il grande dubbio non riguarda l’eventuale utilizzo di ordigni nucleari di fronte alle nostre coste, ma la possibilità che, in conseguenza dell’aggressione americana, possano saltare i mondiali di calcio in Russia. Per la grande soddisfazione di quelli che pensano che non ci possa essere un mondiale senza l’Italia. Magari stolti, ma meno pericolosi del pessimo Gentiloni che è pronto a far partecipare l’Italia alla guerra di aggressione contro la Siria. Perché Gentiloni, presidente del consiglio di un governo scadente e che dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione, manco sa dove sia Damasco ma è già sicuro che Assad abbia usato armi chimiche. Chissà chi gli ha fornito le prove. Forse Prodi dopo l’ennesima seduta spiritica? Saviano che ha plagiato un documento della Cia prima di coprirsi bocca e naso in una indecente iniziativa autopubblicitaria? A Gentiloni non sono bastati i disastri provocati in Libia dall’appoggio fornito dall’Italia agli Stati canaglia che hanno distrutto il Paese nordafricano. È vero che il colpevole, in quel caso, era stato il centro destra e soprattutto un ministro ora in Fratelli d’Italia, ma non è una grande giustificazione. Sarebbe invece ora di smettere di parlare di rigori ed espulsioni per affrontare invece il tema della non più tollerabile presenza di basi americane in Italia.

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